giovedì 24 febbraio 2022

LA FAMIGLIA E LA PROPOSTA EDUCATIVA DELL’ORATORIO

 


 

Gli oratori non nascono come progetti “fatti a tavolino” ma dalla capacità di lasciarsi provocare e mettere in discussione dalle urgenze e dai bisogni del proprio tempo. Le precarie condizioni spirituali della gioventù cinquecentesca di Roma per San Filippo, l’esigenza di scolarizzazione e educazione cristiana per la diocesi ambrosiana nell’attuazione del Concilio di Trento, l’incontro di don Bosco con ragazzi “abbandonati e pericolanti”, spesso precocemente incarcerati a causa delle dure condizioni di vita nella Torino industriale di metà Ottocento: queste sono state le circostanze che hanno originato le diverse esperienze educative. Gli oratori non si sono poi limitati al recupero, all’istruzione o all’assistenza: la seconda caratteristica è quella di aver saputo valorizzare e abitare la qualità etica dei linguaggi e delle sensibilità giovanili, promuovendo, a un tempo, musica, teatro, letteratura e, contemporaneamente gioco, sport e festa – formazione umana, culturale e spirituale –, prevenzione sociale, accompagnamento familiare e avviamento al lavoro. Tuttavia tali proposte non sono state concepite in senso solo strumentale in vista dell’educazione religiosa, ma sono state percorse fino in fondo, nella loro capacità di educare alla relazione e alla responsabilità.

Nell’opera dei grandi testimoni dell’educazione cristiana, secondo la genialità e la creatività di ciascuno, troviamo i tratti fondamentali dell’azione educativa: l’autorevolezza dell’educatore, la centralità della relazione personale, l’educazione come atto di amore, una visione di fede che dà fondamento e orizzonte alla ricerca di senso dei giovani, la formazione integrale della persona, la corresponsabilità per la costruzione del bene comune.

 

Oggi gli oratori devono essere rilanciati anche per diventare sempre più “ponti tra la Chiesa e la strada”.

Una rinnovata collaborazione con la famiglia

 All’interno della comunità educativa una particolare responsabilità compete alla famiglia che, per sua indole e vocazione, «possiede vincoli vitali e organici con la società, perché ne costituisce il fondamento e l’alimento continuo mediante il suo compito di servizio alla vita: dalla famiglia, infatti, nascono i cittadini e nella famiglia essi trovano la prima scuola di quelle virtù sociali, che sono l’anima della vita e dello sviluppo della società stessa». Il compito educativo, connaturale alla sua identità, fa sì che «nell’orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla trasmissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti; insostituibile e inalienabile, nel senso che non può essere delegato né surrogato». È pertanto necessaria una forte e rinnovata alleanza tra le famiglie e l’oratorio perché: «La famiglia è ricchezza per gli sposi, bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società, comunità vitale per il cammino della Chiesa. La famiglia è luogo privilegiato di educazione umana e cristiana e rimane, per questa finalità, la migliore alleata del ministero sacerdotale; essa è un dono prezioso per l’edificazione della comunità».

 È compito primario dell’oratorio valorizzare il ruolo delle famiglie e sostenerlo, sviluppando un dialogo aperto e costruttivo. La soggettività educativa della famiglia in oratorio deve modularsi in modo da favorire la tipicità del luogo che, nel rispetto degli spazi propri destinati ai ragazzi e ai giovani, deve rimanere tipicamente giovanile. L’oratorio, infatti, si configura come ambiente di condivisione e di aggregazione giovanile, dove i genitori trovano un fecondo supporto per la crescita integrale e il discernimento vocazionale dei propri figli. In una fase storica in cui i cambiamenti culturali e sociali in atto nel nostro Paese richiedono una rinnovata alleanza tra la famiglia e le agenzie educative, il rapporto tra oratorio e famiglia si configura come laboratorio quanto mai fecondo per sperimentare anche nuovi percorsi di corresponsabilità educativa. È importante che nell’oratorio si respiri un clima familiare anche per aiutare i tanti ragazzi e giovani alle prese con situazioni familiari problematiche, per i quali spesso l’oratorio diventa una seconda famiglia.

Il primato della relazione

L’oratorio educa ed evangelizza, in un contesto ecclesiale di cammino comunitario, soprattutto attraverso relazioni personali autentiche e significative. Esse costituiscono la sua vera forza e si attuano sia attraverso percorsi strutturati sia attraverso espressioni informali. L’attuale emergenza educativa è letta da più parti come esito di un impoverimento delle relazioni educative personali. In particolare va sottolineato come l’accrescersi esponenziale della comunicazione virtuale costituisca una sorta di surrogato della relazione, che rischia di trarre in inganno molti giovani. Anche laddove i social network sembrano semplicemente prolungare e rafforzare rapporti di amicizia, appare necessario aiutare i giovani che abitano il mondo della rete a scendere in profondità coltivando relazioni vere e sincere. L’oratorio risponde a questa situazione favorendo il più possibile il consolidarsi di un preciso stile relazionale fatto di accoglienza semplice e schietta, ascolto profondo e sintonia empatica. Particolare cura richiede l’accompagnamento educativo personale, specie a partire dall’età della preadolescenza, che permette di verificare la reale assimilazione degli obiettivi proposti e di ricalibrare continuamente in itinere la proposta formativa. Tutte le attività dell’oratorio sono, perciò, improntate a favorire un contesto di dialogo sereno e costruttivo nella consapevolezza che nessuna attività può sostituire il primato della relazione personale.

 La sfida pertanto è quella di far diventare gli oratori spazi di accoglienza e di dialogo, dei veri ponti tra l’istituzionale e l’informale, tra la ricerca emotiva di Dio e la proposta di un incontro concreto con Lui, tra la realtà locale e le sfide planetarie, tra il virtuale e il reale, tra il tempo della spensieratezza e quello dell’assunzione di responsabilità.

 

[CEI, “IL LABORATORIO DEI TALENTI” Nota pastorale sul valore e la missione degli oratori nel contesto dell’educazione alla vita buona del Vangelo].



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