“Attraverso tutte le sue attività la parrocchia
incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione. È
comunità di comunità, santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a
camminare, e centro di costante invio missionario. Però dobbiamo riconoscere
che l’appello alla revisione e al rinnovamento delle parrocchie non ha ancora
dato sufficienti frutti perché siano ancora più vicine alla gente, e siano
ambito di comunione viva e di partecipazione, e si orientino completamente
verso la missione”. (Evangeli Gaudium 28)
Senso e
protagonisti. In questa fase di ascolto che ha al centro il “camminare
insieme” della Chiesa è di fondamentale importanza interpellare coloro che
vivono la vita parrocchiale, cercando di coinvolgere più persone possibili. La
parrocchia resta ancora nel nostro Paese, nonostante le crescenti difficoltà,
la forma più efficace per esprimere il radicamento della Chiesa nel territorio
e la vicinanza della comunità cristiana alla quotidianità delle persone. È
impossibile costruire momenti di consultazione con tutti coloro che frequentano
la parrocchia, si può però cercare di sensibilizzare e dare voce a più persone
possibili.
Per questo motivo è bene
immaginare un momento di presentazione della prima tappa del Cammino
sinodale delle Chiese che sono in Italia aperto a tutta la parrocchia,
anche attraverso la valorizzazione delle nuove tecnologie.
Alla fine di questo momento di presentazione
comune si propongono poi incontri di consultazione in gruppi più piccoli,
la cui numerosità dipende dalla grandezza della parrocchia. Questo percorso può
essere realizzato coinvolgendo parrocchie del territorio che già operano
insieme (unità pastorali e comunità pastorali) o anche rendendolo occasione di
lavoro insieme tra parrocchie vicine. È importante che alla fine del percorso
la comunità parrocchiale (o l’unità/comunità pastorale nel suo insieme) abbia
condotto una consultazione su tutti i nuclei. Così come è importante che
si evitino settorializzazioni e affidamenti di tipo specialistico muovendosi
piuttosto nella logica di una pastorale integrata, cercando di permettere
l’ascolto e il confronto fra età diverse (coinvolgendo anche i giovani e i
ragazzi) e condizioni di vita differenti. Una Chiesa sinodale sa di dover
camminare insieme con tutti, sa stare tra la gente, anche con chi non si
riconosce in essa, con chi appartiene ad altre fedi, con chi non crede.
l percorso si presenta come un’occasione significativa per
riflettere su come le nostre comunità sanno aprirsi, sanno essere in relazione
con il territorio, accogliere le provocazioni della storia, sentire la vita del
mondo, sapendo che questa capacità di apertura è essenziale alla edificazione
della comunità ecclesiale secondo uno stile autenticamente sinodale.
Alcune indicazioni
metodologiche Il percorso ha bisogno di una o due
persone di riferimento che assieme al parroco e al consiglio pastorale
parrocchiale progettino il percorso e seguano il lavoro. Nel caso di parrocchie
medio-piccole questo lavoro di progettazione è bene sia pensato a livello di
unità o comunità pastorale.
È bene, là dove è
possibile, attivare più gruppi sinodali, ognuno dei quali dovrebbe avere
almeno 6-7 persone e non superare le 10-12 persone. Ogni gruppo avrà un
coordinatore e possibilmente un’altra persona che possa aiutare nella
verbalizzazione dell’incontro; queste due figure partecipano attivamente al
lavoro del gruppo.
La costituzione del gruppo può avvenire in
diversi modi (ad esempio: per libera iscrizione oppure per invito, a
seconda dei contesti). Ogni gruppo affronterà la domanda generale proposta dal
Sinodo Universale attraverso alcune domande di due o più nuclei tematici,
ritrovandosi in almeno un incontro. L’importante è che attraverso i diversi
gruppi attivati siano presi in considerazione tutti i nuclei tematici e che
nella conduzione dei singoli gruppi si abbia sempre presente il loro quadro
d’insieme. Gli incontri dei diversi gruppi possono anche svolgersi (in rapporto
alle reali condizioni di spazio in questo contesto segnato dalla pandemia)
contemporaneamente e anche in modalità on line dove fosse necessario.
Le domande dei diversi
nuclei tematici rappresentano stimoli per il confronto e l’ascolto.
Non bisogna perciò preoccuparsi di rispondere ad ogni singola domanda, ma ogni
partecipante risponde a quella o quelle che ritiene per lui più importanti.
Ogni incontro è aperto e chiuso con una breve preghiera; vengono lette le
domande dei nuclei tematici assegnati al gruppo, poi vengono lasciati alcuni
minuti di silenzio per permettere a ciascuno di riflettere sul proprio
intervento.
Nella preparazione
dell’incontro si possono individuare per ogni nucleo anche solo alcune
domande su cui concentrare eventualmente l’attenzione. È importante che
ogni gruppo alla fine del percorso elabori una sintesi del confronto e
dell’ascolto secondo uno stile di corrispondenza a quanto emerso. Sarà poi
necessario mettere insieme, da parte del referente del percorso, con il
supporto dei referenti diocesani, il frutto delle diverse sintesi.
Domanda fondamentale:
Come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello
locale a quello universale) quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa
di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata;
e quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa
sinodale?
Nuclei tematici e domande per favorire
l’ascolto e il confronto
I momenti di ascolto e confronto hanno sempre come
orizzonte di riferimento la domanda fondamentale proposta dal Sinodo
universale: Come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello
universale) quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa di annunciare il
Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata; e quali passi lo
Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale? Per dare ancora
più concretezza a questa domanda di fondo ci si confronta su alcune domande più
specifiche, inserite in dieci nuclei tematici. Alcune domande sono evidenziate
per far risaltare immediatamente il significato del nucleo.
I COMPAGNI DI VIAGGIO
Nella Chiesa e nella società siamo sulla stessa strada fianco a fianco.
·
Nella nostra comunità parrocchiale o
comunità pastorale chi sono coloro che “camminano insieme”?
·
Quando diciamo “la nostra parrocchia”, ‘la
nostra comunità” chi ne fa parte?
·
Chi ci chiede di camminare insieme?
·
Con chi siamo disposti a farlo?
·
Ci è stato chiesto in questi anni di
‘uscire’, verso chi abbiamo compiuto passi significativi al riguardo?
·
Quali sono i compagni di viaggio, anche al
di fuori del perimetro ecclesiale?
·
Chi sono quelli che sembrano più lontani?
Quali gruppi o individui sono lasciati ai margini?
ASCOLTARE L’ascolto
è il primo passo, ma richiede di avere mente e cuore aperti, senza pregiudizi.
·
Verso chi la nostra comunità è “in debito
di ascolto”? In che modo Dio ci sta parlando attraverso voci che a volte
ignoriamo?
·
Quali sono i limiti della nostra capacità
di ascolto, specialmente verso coloro che hanno punti di vista diversi dai
nostri?
·
Come vengono ascoltati i laici, in
particolare giovani e donne? Come integriamo il contributo di consacrate e
consacrati?
·
Che spazio ha la voce delle minoranze,
delle persone emarginate e degli esclusi?
·
Come riusciamo ad ascoltare le persone che
hanno una storia di migrazione? Come riusciamo ad ascoltare chi si sente ai
margini perché vive situazioni familiari difficili? Come riusciamo ad ascoltare
chi ha un credo religioso diverso dal nostro?
·
Come ascoltiamo il contesto sociale e
culturale in cui viviamo?
·
Come vengono ascoltati quanti sono
impegnati a diverso livello nel mondo della cultura, dell’educazione,
dell’economia, della politica, quanti lavorano per la costruzione di un mondo
più giusto?
·
Quanto le nostre comunità sanno stare tra
la gente, sostenere ed accogliere la storia dei luoghi dove il Signore ci
chiama ad annunciare il Vangelo?
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