domenica 31 gennaio 2021

LA PROPOSTA ECCLESIALE DEL CONCILIO VATICANO II - INCONTRO A PALATA PEPOLI

 


Quale Chiesa? E' questo il titolo del percorso formativo rivolto ai giovani e agli adulti della parrocchia di Palata Pepoli che inizia questa sera, 1 febbraio alle 20,30 in chiesa. In questa prima serata cercheremo di cogliere il tipo di proposta ecclesiale elaborato durante in Concilio Vaticano II, che ha segnato il cammino della chiesa cattolica negli ultimi sessant'anni, Ti aspetto

giovedì 28 gennaio 2021

LITURGIA DOMENICALE

 



Per rendere più partecipata la messa domenicale in alcune parrocchie ci siamo incontrati per dare la responsabilità della preparazione della liturgia domenicale a gruppi specifici di persone (catechisti, giovani, adulti, ecc). Tale calendario dovrebbe entrare in vigore a partire dalla prima domenica di febbraio. Oltre a ciò, abbiamo indicato alcune attività che devono essere preparate.

Che cosa occorre preparare per la messa domenicale:

Sarebbe importante che l’équipe, che ha il compito di preparare la messa, partecipasse alla lectio del martedì sera e scegliesse un momento nella settimana per prepararla.


1.     Introduzione alla messa (da leggere prima del canto d’inizio)

2.     Atto penitenziale: le tre monizioni: (facoltativo) si può fare cantato

3.     Preghiere dei fedeli (4-5 al massimo)

4.     Scegliere i lettori

5.     Una piccola équipe (2-3 persone) che alla porta accoglie i fedeli con un saluto e dando il foglio della domenica

Per ogni necessità potete chiedere a don Paolo (3319183700)

mercoledì 27 gennaio 2021

IN CAMMINO VERSO LA SINODALITA’

 

 



 

Paolo Cugini

 

In vista dei Consigli Pastorali parrocchiali che realizzeremo nel mese di febbraio, condivido alcune riflessioni sul modo di stare insieme e di prendere decisioni, conforme al Vangelo.

 

 

Non è facile pensare e decidere insieme. Non è facile perché, prima di tutto, non ci siamo abituati. Sinodalità rimanda ad un concetto fondamentale della chiesa di Gesù Cristo, vale a dire il principio di uguaglianza, che considera tutte le persone della comunità come fratelli e sorelle. La chiesa è sinodale quando non solo ascolta tutti, ma non giudica nessuno inferiore, non mette nessuno nell’impossibilità di poter esprimere il proprio parere.  Per sedersi attorno allo stesso tavolo per prendere delle decisioni insieme – è questo il senso della sinodalità – occorre che nessuno si consideri superiore dell’altro.  

È umanamente difficile vivere la novità che Gesù è venuto a portare al mondo. Per chiamare le persone di una comunità fratelli e sorelle, per considerarli uguali, occorre compiere un cammino di conversione radicale, un cambiamento di mentalità, un passaggio da un modo di concepire la realtà ad un altro. Il Vangelo è, infatti, prima di tutto uno stile, un modo di stare al mondo, un modo di rapportarsi con gli altri. Gesù continuamente sollecita i suoi discepoli e le sue discepole ad essere differenti, a non utilizzare le stesse logiche del mondo: “tra di voi non sia così, ma chi vuole essere il primo sia l’ultimo”. Se nella vita quotidiana siamo continuamente immersi e sollecitati da logiche di potere, da relazioni di arroganza in cui ci viene sempre ricordato in modo implicito od esplicito che siamo inferiori rispetto a qualcuno che ha più potere di noi, con Gesù tutto questo non accadeva. Infatti, Il Signore metteva a proprio agio chiunque, lo faceva sentire bene, un fratello, una sorella. 

Molti poveri lo seguivano non solo perché faceva miracoli, ma per le parole che uscivano dalla sua bocca, per il modo inclusivo ed accogliente di manifestarsi al mondo. In Gesù nessuno si sentiva giudicato o condannato. Lo diceva continuamente lui stesso: non giudicate, non condannate, siate misericordiosi. Anche nella relazione con i peccatori Gesù ha sempre mostrato molta delicatezza. Non li ha mai accolti, infatti, buttandogli addosso il peso delle loro colpe, ma si dirigeva loro con amore e misericordia e, solo alla fine della relazione, ricordava loro di non tornare a peccare.

Gesù è venuto al mondo e ci ha presi così come siamo, non ci ha fatto la morale, è morto per noi e ci ha indicato una via: la sua vita. Ha considerato ogni persona nella sua dignità, l’ha valorizzata per quello che era: ha dato a ciascuno di noi la possibilità di rialzarsi e riprendere il cammino. Non ha creato delle differenze di grado, non si è mai fatto servire, ma lui stesso si è abbassato per servire i suoi discepoli e le sue discepole sino al punto da lavargli i piedi.

La sinodalità dice di uno stile di relazione che considera tutte le persone uguali, che non fa distinzione tra uomini e donne, bianche e neri, ricchi e poveri. Gesù ha dimostrato con l’esempio che è possibile costruire un cammino di sinodalità abbassandosi, mettendosi a livello dell’interlocutore, camminando con loro, condividendo le gioie e le sofferenze. Una chiesa sinodale è possibile quando assomiglia allo stile di Gesù, che si è abbassato, si è fatto uno di noi, non aveva titoli o paramenti che lo differenziavano. Una chiesa è sinodale quando, sull’esempio di Gesù, non si mette in cattedra, ma con umiltà si mette in cammino con le persone, coinvolgendole nei processi formativi.  

Sinodalità significa abitare la pluralità e questo è possibile solamente se accettiamo la differenza come elemento costitutivo del progetto di Dio. È lui, infatti, il colpevole! È Lui che ci ha fatti diversi e ci ha chiamati all’unità. Nella comunità cristiana, specchio della Trinità, l’unità non s’identifica con l’uniformità, ma esige la diversità. Il Vangelo, in questa prospettiva, è il miglior collirio che cura le nostre rigidità, che lenisce le nostre durezze, che ci porta ad accogliere l’altro per quello che è, liberandoci dalle nostre precomprensioni culturali.

 

PROGRAMMA PASTORALE 1 - 7 FEBBRAIO 2021

 



LUNEDI 1 a Palata

ore 17 messa a Galeazza (don Remo)

18,15 vespri e messa

20,30: Primo incontro per giovani e adulti del Ciclo: Quale Chiesa? L’idea di Chiesa proposta dal Concilio Vaticano II: la chiesa popolo di Dio serva dell’umanità (In chiesa a Palata) 

MARTEDI 2

20,30-21,30 lectio divina letture della domenica successiva (in meet) per tutte le parrocchie, clicca qui: https://meet.google.com/bsi-kzzr-ssx

Letture: Gb 7,1-4.6-7; 1 Cor 9, 16-19.22-23; Mc 1,29-39

 

GIOVEDI 4

18, 15 vespri e messa Bevilacqua

20,30: Primo incontro per giovani e adulti del Ciclo: Quale Chiesa? L’idea di Chiesa proposta dal Concilio Vaticano II: la chiesa popolo di Dio serva dell’umanità (In chiesa a Bevilacqua)

VENERDI 5

16: incontro 2-3 media

17: vespri e messa Dodici Morelli

18: incontro superiori

20,30 Primo incontro per giovani e adulti del Ciclo: Quale Chiesa? L’idea di Chiesa proposta dal Concilio Vaticano II: la chiesa popolo di Dio serva dell’umanità (in chiesa a Dodici Morelli)

 

SABATO 6

8,30-12,30: Don Paolo è nello studio di Dodici Morelli (disponibilità per confessioni o altro)

Ore 16: incontro catechisti Dodici Morelli (incontro tecnico per decidere date sacramenti e altro)

Ore 17: Catechismo Dodici Morelli

Ore 18,00: prefestiva Dodici Morelli

Ore 19: incontro ventenni: lettera alla Costituzione italiana del Card. Matteo Zuppi

 

DOMENICA 7

ore 10: Dodici Morelli

ore 10 Galeazza (don Remo)

ore 11,30 Bevilacqua

Ore 17,30: Palata Pepoli

Ore 19: incontro ventenni: lettera alla Costituzione del Card. Matteo Zuppi

 

 

 

 

lunedì 25 gennaio 2021

PROPOSTE PER LA QUARESIMA 2021



 

A.    CELEBRAZIONI QUARESIMALI E DELLA SETTIMANA SANTA

Il tempo liturgico della quaresima, dal punto spirituale, è molto ricco e intenso. Siccome è impossibile celebrare in tutte e quattro le parrocchie contemporaneamente, qui di seguito propongo uno schema di celebrazioni che tiene conto dei suggerimenti che mi sono stati forniti in questi giorni. Nella Settimana Santa ci sarà perlomeno una celebrazione in ognuna della quattro parrocchie. La liturgia del Sabato Santo, essendo molto ricca e complessa, pensavo di celebrarne solo una nella chiesa più grande e spaziosa. È una proposta e, quindi, si accettano suggerimenti (con la dovuta carità cristiana).

Mercoledì delle Ceneri

16,30: Galeazza (partecipa Bevilacqua)

18,30: Dodici Morelli

20,30: Palata Pepoli

 

Giovedì Santo

18,30: Dodici Morelli (partecipa Galeazza)

20,30: Bevilacqua (partecipa Palata)

 

Venerdì Santo

15: Via Crucis (Palata Pepoli guidata dai laici)

15: Galeazza (partecipa Bevilacqua)

20,30: Palata Pepoli (partecipa Dodici Morelli)

 

Sabato Santo

Dodici Morelli (orario da definire a partire dalle norme COVID)

 

B.     RITIIRI SPIRITUALI

I ritiri spirituali sono una proposta spirituale che la Chiesa rivolge nei momenti forti dell’anno liturgico, come la quaresima. È un’esperienza spirituale che permette di approfondire la conoscenza della Parola di Dio e di gustare il silenzio interiore, per verificare il proprio cammino di fede. Questo sarà lo schema che utilizzeremo nei ritiri di quest’anno (schema valido solo per giovani e adulti):

 

ore 15: ora media

Ore 15,15: meditazione biblica di don Paolo

Ore 16: esposizione del Santissimo sacramento (silenzio personale)

Ore 17: Vespri, condivisione della Parola, benedizione

 

FEBBRAIO

DOMENICA 21: Bevilacqua (a Galeazza, adulti)

DOMENICA 28 Dodici Morelli e Galeazza (a Galeazza, adulti)

 

MARZO

DOMENICA 7 Palata Pepoli (a Palata, adulti)

DOMENICA 14 Ventenni delle 4 parrocchie (a Galeazza)

DOMENICA 21 ragazzi superiori 4 parrocchie (a Galeazza)

DOMENICA 28 2/3 media 4 parrocchie (a Galeazza)

 

C.    LITURGIE PENITENZIALI QUARESIMALI

Le liturgie penitenziali comunitarie hanno l’obiettivo di aiutare i fedeli a prepararsi all’incontro con la misericordia del Padre. Come troviamo nella riforma del Rito della Penitenza di Paolo VI, le liturgie penitenziali devono essere ricche di Parola di Dio e di silenzio. Per questo, coloro che vi parteciperanno, è importante che vengano con un Bibbia per seguire meglio la liturgia.

 

Lunedì 15 marzo ore 20,30: Palata Pepoli

Mercoledì 17 marzo ore 20,30: Galeazza

Giovedì 25 marzo ore 20,30: Bevilacqua

Venerdì 26 marzo ore 20,30: Dodici Morelli

 

D.    CONFESSIONI BAMBINI DELLA CATECHESI

Aiutare i bambini a sperimentare la misericordia del Signore è uno dei compiti più importanti della catechesi. Per arrivare a questo obiettivo è importante liberare i percorsi di catechesi di quei contenuti che, più che avvicinare i bambini al sacramento della riconciliazione, li allontanano con un’insistenza eccessiva sul peccato, alimentando sin nei piccoli, il senso di colpa. L’incontro con la misericordia del Signore dev’essere un’esperienza di gioia e, di conseguenza, occorre condurre i bambini verso questa sensibilità.

Sabato 6 marzo: ore 15 Dodici Morelli

Sabato 13 marzo: ore 15 Dodici Morelli (incontro dei bambini della prima confessione con don Paolo)

Sabato 19 marzo: ore 15 Bevilacqua

Lunedì 22 marzo: ore 15 Palata Pepoli


Galeazza: (data da definire)

 

E.     PRIME CONFESSIONI

Domenica 14 febbraio ore 15: Bevilacqua

Sabato 27 marzo ore 16: Dodici Morelli

Lunedì 29 marzo ore 17: Palata Pepoli

mercoledì 20 gennaio 2021

CHE COS'E' LA CARITAS PARROCCHIALE?

 



In prossimità dei primi incontri che svolgeremo nella prossima settimana sul tema della Caritas parrocchiale, pubblico sul blog un testo preso dal sito della Caritas italiana.

 

La Caritas parrocchiale è l'organismo pastorale istituito per animare la parrocchia, con l'obiettivo di aiutare tutti a vivere la testimonianza, non solo come fatto privato, ma come esperienza comunitaria, costitutiva della Chiesa. L’idea stessa di Caritas parrocchiale esige, pertanto, una parrocchia "comunità di fede, preghiera e amore". Questo non significa che non può esserci Caritas dove non c’è "comunità", ma si tratta piuttosto di investire, le poche o tante energie della Caritas parrocchiale nella costruzione della "comunità di fede, preghiera e amore". Come se la testimonianza comunitaria della carità fosse insieme la meta da raggiungere e il mezzo, (o almeno uno dei mezzi), per costruire la comunione. Un esercizio da praticare costantemente.

 

Cosa ci si aspetta dalla Caritas parrocchiale?

Ogni parrocchia, che è volto della Chiesa, concretizza la propria missione attorno

· all’annuncio della parola

· alla celebrazione della grazia

· e alla testimonianza dell’amore.

È esperienza comune che ci siano, in parrocchia, una o più persone che affiancano il parroco nella cura e nella realizzazione di queste tre dimensioni. Sono gli "operatori" pastorali, coloro che "fanno" (opera) concretamente qualcosa.

Dopo il Concilio Vaticano II, la pastorale si arricchisce di una nuova figura: colui che "fa perché altri facciano", o meglio, "fa, per mettere altri nelle condizioni di fare". È "l'animatore pastorale".
La Caritas parrocchiale, presieduta dal parroco, è costituita da figure di questo tipo: un gruppo di persone (ma nelle piccole comunità può trattarsi anche di una sola persona) che aiuta il parroco sul piano dell'animazione alla testimonianza della carità più che su quello operativo di servizio ai poveri. L’obiettivo principale è partire da fatti concreti – bisogni, risorse, emergenze – e realizzare percorsi educativi finalizzati al cambiamento concreto negli stili di vita ordinari dei singoli e delle comunità/gruppi, in ambito ecclesiale e civile (animazione).

 

Come lavorare per un così alto obiettivo?

L'esperienza e la riflessione avviata negli ultimi anni portano a definire alcuni elementi cardine su cui fondare il lavoro di ogni Caritas anche in parrocchia:

· la definizione dei destinatari/protagonisti del servizio di animazione: i poveri, la Chiesa e il territorio/mondo

· un metodo di lavoro basato sull'ascolto, sull’osservazione e sul discernimento, finalizzati all’animazione

· la capacità di individuare, tra tutte le azioni possibili, quelle in grado di collegare emergenza e quotidianità, cioè di intervenire nell’immediato e portare ad un cambiamento nel futuro

· la scelta di costruire e proporre percorsi educativi, in grado di incidere concretamente nella vita delle persone e delle comunità.

Centrare sull'animazione e sul metodo pastorale il mandato della Caritas, ridimensionando le aspettative sul piano operativo, svincola la possibilità di costituire l’organismo pastorale dalle dimensioni e dalla situazione della parrocchia. In ogni contesto, infatti, seppure con modalità diverse, è possibile promuovere la cura delle relazioni, la conoscenza del contesto, la possibilità di scegliere insieme come agire, alla luce della missione della Chiesa nel mondo.

(testo tratto dal sito della Caritas italiana: https://www.caritas.it/home_page_archivio/tutti_i_temi/00000254_La_Caritas_parrocchiale.html)

 

Link Caritas di Bologna: https://www.caritasbologna.it/

 

 

PROGRAMMA PASTORALE 25 - 31 GENNAIO 2021

 



 

LUNEDI 25 a Palata

15-17: disponibilità per portare la comunione ad anziani e a benedire famiglie

17: disponibilità per le confessioni in chiesa

17: messa a Galeazza (don Remo)

18,15 vespri e messa a Palata

Ore 19 incontro superiori

ore 20,30: incontro équipe liturgica di Palata

MARTEDI 26

Ore 17: messa a Galeazza (don Remo)

20,30-21,30 lectio divina letture della domenica successiva (in meet) per tutte le parrocchie, clicca qui: https://meet.google.com/bsi-kzzr-ssx

Queste sono le letture che mediteremo: Deuteronomio 18, 15.20; 1 Cor 7,32-35; Mc 1,21-28

 

MERCOLEDI 27

13,30: funerale a Bevilacqua

16,30 Messa e vespri a Galeazza (don Paolo)

17,30-19: disponibilità per le confessioni a Galeazza

 

GIOVEDI 28

9,30 messa Galeazza (don Paolo)

17: disponibilità in chiesa a Bevilacqua per le confessioni

18, 15 vespri e messa Bevilacqua

20,30: incontro genitori cresima di Bevilacqua

VENERDI 29

16 incontro 2-3 media Dodici Morelli

17: vespri e messa Dodici Morelli

17 messa a Galeazza (don Remo)

18: incontro superiori 

 20,30: primo incontro per chi è disponibile al servizio della Caritas parrocchiale (Dodici Morelli. Possibilmente persone non impegnate in altri servizi parrocchiali)

SABATO 30

8,30-12,30: Don Paolo è nello studio di Dodici Morelli (disponibilità per confessioni o altro)

Ore 16: incontro dei bambini con don Paolo

Ore 17,00: prefestiva Dodici Morelli (a partire da sabato 6 febbraio la messa prefestiva sarà alle ore 18)

 

DOMENICA 31

Ore 10: Galeazza (don Remo)

ore 10: Dodici Morelli

ore 11,30 Bevilacqua

ore 16: Palata Pepoli: disponibilità in chiesa per le confessioni

Ore 17,30: Palata Pepoli

  20,30: primo incontro per chi è disponibile al servizio della Caritas parrocchiale (Palata. Possibilmente persone non impegnate in altri servizi parrocchiali)

 

sabato 16 gennaio 2021

LECTIO DIVINA DEL MARTEDI




A partire da martedì 19 gennaio 2021 ogni martedì alle 20,30 realizzeremo una LECTIO DIVINA sulle letture della domenica successiva, aperta a tutti coloro che lo desiderano. Vista la situazione creata dal covid, questo momento biblico lo faremo in meet. Per partecipare e accompagnare la riflessione è importante avere una Bibbia e un quaderno per annotare le cose importanti che vengono dette. 

Potrebbe essere un momento in cui tutta la famiglia si trova per meditare insieme la Parola di Dio.

L’obiettivo consiste nell’imparare a condividere insieme la Parola di Dio e prepararci insieme all’eucaristia domenicale.

Per collegarti clicca qui: https://meet.google.com/bsi-kzzr-ssx


venerdì 15 gennaio 2021

NUOVI ORIZZONTI PASTORALI: DAL PRETE ALLA COMUNITA’

 


Riflessioni pastorali

 

 Paolo Cugini

Ritengo importante riflettere sui cambiamenti in atto sia dal punto di vista culturale che pastorale, pur restando il fatto che si tratta solo di riflessioni e nulla di più. Parlare di più parrocchie da accompagnare non è la stessa cosa che parlare di parrocchia. Ciò significa che non è possibile trasferire le modalità pastorali utilizzate nella parrocchia su un gruppo di parrocchie.

In questo processo di cambiamento di modalità pastorali un ruolo importante riguarda il parroco. Non è più possibile, infatti, il rapporto di uno a uno: un parroco una comunità. Essere presente su diverse comunità parrocchiali è la grande novità per molti presbiteri che si sono formati nei seminari per accompagnare una sola comunità alla volta. Il pensiero corre anche verso tutti quei presbiteri che per decenni hanno vissuto la propria esperienza pastorale a servizio di una comunità, identificando il proprio ministero con la stessa comunità.

Dicevo che non si può pretendere e, allo stesso tempo, non ha senso trasferire sui gruppi di parrocchie da accompagnare le modalità progettuali e di relazione che avveniva nella parrocchia gestita dal parroco. Senza dubbia i parrocchiani abituati all’assistenza diretta del parroco si aspettano la continuità di quel modello. Si tratta di passare da un approccio pastorale personalizzato – è il parroco che fa le cose direttamente – ad un approccio più comunitario. Non è so il parroco che deve abitare, occupare il territorio, ma la comunità. Il parroco del gruppo di parrocchie dovrà avere la pazienza e l’intelligenza di attivare dei processi di evangelizzazione che non dipendano da lui, dalla sua presenza, ma di laici presenti sul posto. È vero che i laici, soprattutto le laiche – è sempre bene ricordarselo che le comunità parrocchiali hanno una presenza preponderante di donne nei settori chiave della pastorale – sono sempre stati presenti nelle parrocchie. Il problema, però non è la presenza o l’attività specifica, ma il modo di vivere un servizio.

Questo modo di abitare la pastorale, che richiede una presenza da parte del parroco meno da protagonista e più da stimolatore, coordinatore, ne orienta anche la spiritualità. Infatti, più che identificarsi con modelli di santi eroici, capaci di grandi gesti, protagonisti di imprese mirabolanti, ma spesso molto individuali, dovrà ricercare un tipo di spiritualità che stimoli maggiormente cammini di condivisione, che provochi la capacità di mettersi da parte, di fare spazio. Creare spazi nuovi d’incontro e di evangelizzazione, nei quali chi agisce, chi è presente non è il parroco, ma i cristiani, la comunità. La libertà dalla tirannia della presenza fisica a tutte le azioni pastorali è senza dubbio una delle conquiste più significative dei presbiteri che accompagnano le unità pastorali ed uno dei segni più evidenti della maturità sia della comunità che del presbitero. C’è da dire che non tutti, purtroppo, ci riescono: fanno fatica a non cedere alla tentazione gratificante di accontentare i parrocchiani.

Ciò vale anche per lo stile di accompagnamento spirituale, che dovrà essere sempre meno direttivo – che esige una presenza costante – e più orientativo, che fa leva cioè sia sulla libertà del laico di riferimento, che sulla maturità affettiva del presbitero.

Chiamati a servire comunità per un periodo circoscritto – i fatidici nove anni – e non più per tutta la vita, e a distribuire il proprio impegno pastorale su più comunità contemporaneamente, il presbitero dovrà apprendere a valorizzare al massimo i laici presenti sul territorio. Saranno, infatti loro a restare e a dar continuità ai progetti pastorali e di evangelizzazione messi in atto. L’esperienza insegna che quando i meccanismi non dipendono da qualcuno, ma hanno passato il vaglio di consigli pastorali, e degli strumenti pastorali che permettono un discernimento il più comunitario possibile, il progetto pensato rimane.

PRIMO CONSIGLIO PASTORALE UNITO (CPU) Sintesi dell’incontro (meet)

 



Abbiamo iniziato con una preghiera, la lettura del Vangelo del Giorno.

Siamo poi passati ad analizzare le proposte fatte nei giorni precedenti da don Paolo:

 

1.     Calendario settimanale delle messe: approvato

2.     Percorso formativo per giovani ed adulti sul tema della Chiesa: approvato

3.     Lectio divina al martedì in meet a partire da martedì 19 gennaio: approvato

 

Seconda parte: Proposte e problemi:

a.     una cassa comune delle 4 parrocchie per pagare le cose comuni:

-         Cartelloni

-         Giornalino

 

b.     A partire da Pasqua nascerà un mensile per le 4 parrocchie dove metteremo la vita delle 4 comunità: quale titolo?

 

c.      QUARESIMA: dove fare le celebrazioni del Mercoledì delle Ceneri, Giovedì Santo, Venerdì Santo, vigilia pasquale?

 

d.     Caritas: è possibile strutturare questo servizio nelle nostre parrocchie? Con che modalità?

 

L’incontro si è concluso con la preghiera. Nel mese di febbraio si svolgeranno i Consigli Pastorali Parrocchiali e il prossimo CPU sarà dopo Pasqua.

 

giovedì 14 gennaio 2021

LETTERA AI GENITORI CHE CHIEDONO I SACRAMENTI PER I LORO FIGLI

 


Carissimi mamma e papà,

avete bussato alla porta della Chiesa per chiedere i sacramenti per i vostri figli: a nome della comunità vi ringrazio per questo passo, perché significa che per voi la nostra proposta è positiva. Ne approfitto, allora, per spiegarvi, a mio modo di vedere, il gesto che avete compiuto.

Bussare alla chiesa per chiedere i sacramenti dei vostri figli significa, prima di tutto, il desiderio di permettere loro di entrare a far parte della nostra comunità, del nostro cammino. Noi siamo una comunità di persone che cercano di vivere il messaggio di Gesù Cristo. Per noi questo messaggio è una proposta di vita nuova, che trova nel Vangelo i suoi contenuti principali. Nella comunità ci sforziamo, pur consapevoli dei nostri limiti, di vivere il più possibile in comunione, cercando di creare ponti di pace con tutti coloro che ci circondano. Desideriamo un mondo di giustizia, per questo lottiamo contro le disuguaglianze, impegnandoci per un mondo più giusto e solidale. Come ci ha insegnato il Signore Gesù siamo attenti ai nostri fratelli e sorelle più deboli: ci organizziamo per aiutare i poveri, per visitare i malati e le persone sole.

Come ci ha chiesto il Signore (Fate questo in memoria di me) ci troviamo alla domenica per ascoltare la sua Parola e alimentarci di Lui. È questo il momento centrale nella comunità e un bambino che chiede di ricevere i sacramenti dovrebbe essere aiutato a capire l’importanza di partecipare. Prepariamo la messa domenicale con molta cura. La messa domenicale è poi animata da canti, da persone che leggono, da gente che si dà da fare affinché tutto proceda bene. Senza la domenica noi non siamo nulla. È una frase molto forte utilizzata dai cristiani delle prime comunità per esprimere l’importanza che loro attribuivano al giorno del Signore. È la domenica che ci dà l’identità di cristiani, perché ci permette di stare con Lui, ascoltare la sua Parola, sentire la sua presenza. Nella nostra comunità tutto nasce e si sviluppa dalla messa della domenica. Per questo più che un obbligo, noi cristiani lo sentiamo come una necessità, una priorità della nostra vita. Come faremmo, infatti, ad affrontare l’egoismo di questo mondo, le cattiverie, le gelosie, le invidie, le ingiustizie se non avessimo la possibilità d’interiorizzare il pensiero del Signore, di stare con Lui, di vivere come Lui e di Lui?

Per questo noi della comunità rimaniamo molto confusi quando constatiamo che i bambini che avevano chiesto di ricevere i sacramenti della comunione e della cresima, non frequentano la messa domenicale. Anche perché ricevere i sacramenti non è un obbligo, ma un desiderio di vivere lo stile del Signore. E allora ci chiediamo: perché chiedete che i vostri figli ricevano i sacramenti e poi non frequentano la comunità e, soprattutto, il giorno del Signore che è la fonte e il culmine di tutta la nostra vita, del nostro cammino? I sacramenti sono i segni che il Signore ha lasciato della sua presenza. Non sono quindi cose che si possono acquistare, ma doni che si possono solo accogliere e li accoglie chi li desidera e li desidera chi vuole seguire il Signore per stare con Lui e vivere di Lui.

La catechesi settimanale e la messa domenicale sono in sintonia tra di loro: l’una ha bisogno dell’altra. Infatti, durante la catechesi proponiamo percorsi che cercano di presentare quello stile di vita di Gesù che poi incontriamo alla messa della domenica.

Carissimo papà e carissima mamma, siamo molto contenti della vostra presenza. Se siete abituati a frequentare, queste parole hanno semplicemente rafforzato la vostra scelta. Se invece, per tanti motivi, non frequentate molto la Chiesa, queste parole hanno l’obiettivo di aiutarvi nel discernimento, nel capire se è proprio questo che volete per i vostri figli. Nel rispetto delle reciproche libertà vorremmo che prendeste sul serio queste parole. Ancora una volta vi diciamo: non siamo una bottega che distribuisce cose, ma una comunità felice di vivere il Vangelo del Signore.

A nome della comunità vi saluto. La pace del Signore sia con voi.

 Don Paolo Cugini

 



mercoledì 13 gennaio 2021

PROGRAMMA PASTORALE 18 -24 GENNAIO 2021

 


 

LUNEDI 18

10,30: funerale a Dodici Morelli

18,15 vespri e messa Palata Pepoli

Ore 20,30 incontro genitori due gruppi di prima Eucarestia dei bambini di Palata (a Palata)

MARTEDI 19

20,30-21,30 lectio divina letture della domenica successiva (in meet) per tutte le parrocchie

MERCOLEDI 20

16,30 Messa Galeazza

17-19: disponibilità per le confessioni a Galeazza

GIOVEDI 21

9,30 messa Galeazza

10,30: benedizione famiglie a Bevilacqua

17: disponibilità in chiesa a Bevilacqua per le confessioni

18, 15 vespri e messa Bevilacqua

19: incontro ventenni Bevilacqua

20,30 Genitori prima eucarestia 2 gruppi (Bevilacqua)

VENERDI 22

8,30-10,30: presenza di don Paolo a Bevilacqua

12: pranzo di lavoro con don Marco a Renazzo

16: incontro équipe formazione superiori

17: vespri e messa Dodici Morelli

18: incontro ventenni Dodici Morelli (il documento di Dubay)

20,30: Genitori due gruppi eucarestia Dodici Morelli

SABATO 23

9-12: nello studio di Dodici Morelli (disponibilità per confessioni o altro)

Ore 16: incontro genitori della catechesi (quelli che portano i figli alle 16) a Dodici Morelli con don Paolo: Essere padri e madri nella società postmoderna

Ore 17,00: prefestiva Dodici Morelli

Ore 18,15 incontro genitori della catechesi (quelli che portano i figli alle 18) a Dodici Morelli con don Paolo: Essere padri e madri nella società postmoderna

 

DOMENICA 24

ore 10: Dodici Morelli

ore 11,30 Bevilacqua

ore 16: Palata Pepoli: disponibilità in chiesa per le confessioni

Ore 17,30: Palata Pepoli

Ore 19: incontro ventenni Palata

 

 

lunedì 11 gennaio 2021

PERCHE AI GIOVANI NON PIACE LA MESSA? RIFLESSIONI PASTORALI

 



 

Paolo Cugini

 

Ho incontrato in queste prime settimane di accompagnamento pastorale delle quattro parrocchie a me affidate, vari gruppi del post cresima e anche giovani ventenni. Mi ha molto colpito la loro disaffezione alla messa. L’altro giorno una mamma mi chiedeva alcuni consigli per convincere suo figlio adolescente ad andare a messa. Il problema non è di facile soluzione e pone interrogativi sia sul modo d’intendere la messa, sia sul percorso di formazione religiosa da compiere con gli adolescenti.

 

La messa, nell’educazione religiosa dei bambini, è spesso e volentieri rivestita di una serie di ricatti morali che gli adolescenti non accettano più. I genitori obbligano i propri figli ad andare a messa. Quante volte assistiamo alla pessima scena dei genitori, o di uno dei due, che arriva in macchina davanti alla chiesa e “scarica” letteralmente il proprio figlio per andare alla messa. È chiaro che, se la messa è presentata tra le pareti di casa come un dovere, un obbligo legato alla possibilità poi di ricevere i sacramenti, terminato l’itinerario obbligatorio termina anche la frequenza alla messa. Non è il contenuto che è rifiutato, ma le motivazioni esterne per “convincere” i figli a frequentare le messe domenicali. Un genitore trasmette contenuti e valori ai propri figli molto più con i gesti che con le parole. Se scarica il proprio figlio alla domenica davanti alla chiesa quel genitore sta comunicando che per lui la messa non vale nulla. E così il figlio che per anni è stato scaricato davanti alla chiesa, appena potrà non metterà più piede in quello spazio. Sappiamo bene che questo fenomeno avviene non solo per i ragazzi di genitori non credenti, ma anche di genitori assidui alla Chiesa. In questo caso la situazione è ancora più pesante perché si riveste di sensi di colpa. Se, infatti, i genitori non credenti se ne infischiano se i propri figli, dopo aver ricevuto il sacramento della cresima, non frequentano più la parrocchia, ben differente è la situazione dei genitori credenti, che non si danno pace quando i propri figli cominciano manifestare segni d’insofferenza con il mondo religioso. 

 

Il problema del rapporto trai ragazzi e i riti religiosi va ricercato più a monte. La proposta religiosa esige la libertà. Quando Gesù chiamava i suoi discepoli proponeva un cammino con un messaggio e non obbligava nessuno. Non si può legare, oggi più che mai, la proposta del Vangelo con il percorso scolastico. Non si può obbligare nessuno a credere in Dio, tanto meno un bambino o un giovane. Questo a mio avviso è il centro del colossale paradosso religioso che la nostra epoca sta vivendo. La psicologia della religione ci insegna che il bambino è predisposto a cogliere Dio nella propria vita. Anche la filosofia della religione ci insegna che l’uomo e la donna sono ontologicamente religiosi. Se negli adolescenti sorge un dissapore con la chiesa e un’opposizione a Dio, ciò va cercato nel modo di comunicarlo. Sembra che ce la stiamo mettendo tutta per distruggere il naturale sentimento religioso dei ragazzi. Il dato drammatico è che coloro che stanno compiendo questa operazione scellerata siamo proprio noi che crediamo in Dio.  Se, ad un certo punto del cammino, Dio non è colto più come amore, come necessità intrinseca, ma come una cosa pesa e inutile, significa che qualcosa non è funzionato nel modo di accompagnare i bambini nel mistero di Dio.



Negli spazi parrocchiali, nei quali dovrebbe avvenire l’accompagnamento ai percorsi di fede a tutti i livelli, stiamo impartendo un insegnamento forzato, sapendo che (le statistiche ce lo ricordano tutti i giorni), terminato il cammino dell’iniziazione cristiana la stragrande maggioranza non metterà più piede in chiesa. Se questo modello catechistico poteva funzionare nei decenni passati, oggi non funziona più. La domanda che emerge immediatamente è la seguente: se lo sappiamo perché continuiamo a farlo? Se da decenni sappiamo che i ragazzi terminata la Cresima abbandoneranno la chiesa, perché continuiamo a proporre la proposta di Gesù in questo modo? Non sarebbe meglio cambiare modalità? Ci vuole così tanto a capire che è l’ora di cambiare? 

 

 Se siamo convinti che l’epoca della cristianità è finita, allora bisogna accompagnare questa presa di coscienza con scelte pastorali all’altezza dei tempi. Se dei genitori non credenti si sentono in dovere di costringere i loro figli a partecipare della messa domenicale e dei percorsi di catechesi, è perché la fede più che essere una risposta personale ad un appello, è un fenomeno collettivo, sociale. E allora, pur di far sentire i propri figli socialmente “normali”, i genitori non credenti o agnostici o indifferenti, si sottopongono a sette/otto anni di lavori forzati accompagnando i propri figli nei perimetri ecclesiali. Fino a quando i preti, i catechisti saranno costretti a perdere tempo per sorreggere questa barca di carta che fa acqua da tutte le parti? Fino a quando le parrocchie dovranno continuare ad offrire i servizi educativi più disparati pur di attrarre nei propri perimetri i ragazzi, che entrano in questi benedetti perimetri a fare tutto fuorché l’essenziale (religiosamente parlando)? Fino a quando dovremo continuare a sforzarci ad inventare qualcosa per attrarre bambini e ragazzi su qualcosa che poi abbandoneranno? Fino a quando dovremo mantenere in piedi un sistema catechistico per garantire qualcosa che sappiamo sin dall’inizio che non avrà seguito? 

 

Come sarebbe bello vivere l’esperienza del Vangelo come una proposta libera! Forse non ci sentiremmo stressati dal dovere costruire e poi di riempire spazi, anche perché forse capiremmo che il messaggio di Gesù andava esattamente dalla parte opposta.