In prossimità dei primi incontri che svolgeremo nella prossima settimana sul tema della Caritas parrocchiale, pubblico sul blog un testo preso dal sito della Caritas italiana.
La
Caritas parrocchiale è l'organismo pastorale istituito per animare la
parrocchia, con l'obiettivo di aiutare tutti a vivere la testimonianza, non
solo come fatto privato, ma come esperienza comunitaria, costitutiva della
Chiesa. L’idea stessa di Caritas parrocchiale esige, pertanto, una
parrocchia "comunità di fede, preghiera e amore". Questo non
significa che non può esserci Caritas dove non c’è "comunità", ma si
tratta piuttosto di investire, le poche o tante energie della Caritas
parrocchiale nella costruzione della "comunità di fede, preghiera e
amore". Come se la testimonianza comunitaria della carità fosse insieme la
meta da raggiungere e il mezzo, (o almeno uno dei mezzi), per costruire la
comunione. Un esercizio da praticare costantemente.
Cosa
ci si aspetta dalla Caritas parrocchiale?
Ogni
parrocchia, che è volto della Chiesa, concretizza la propria missione attorno
·
all’annuncio della parola
·
alla celebrazione della grazia
·
e alla testimonianza dell’amore.
È
esperienza comune che ci siano, in parrocchia, una o più persone che affiancano
il parroco nella cura e nella realizzazione di queste tre dimensioni. Sono gli
"operatori" pastorali, coloro che "fanno" (opera)
concretamente qualcosa.
Dopo
il Concilio Vaticano II, la pastorale si arricchisce di una nuova figura: colui
che "fa perché altri facciano", o meglio, "fa, per mettere altri
nelle condizioni di fare". È "l'animatore pastorale".
La Caritas parrocchiale, presieduta dal parroco, è costituita da figure di
questo tipo: un gruppo di persone (ma nelle piccole comunità può trattarsi anche
di una sola persona) che aiuta il parroco sul piano dell'animazione alla
testimonianza della carità più che su quello operativo di servizio ai poveri.
L’obiettivo principale è partire da fatti concreti – bisogni, risorse,
emergenze – e realizzare percorsi educativi finalizzati al cambiamento
concreto negli stili di vita ordinari dei singoli e delle comunità/gruppi, in
ambito ecclesiale e civile (animazione).
Come
lavorare per un così alto obiettivo?
L'esperienza
e la riflessione avviata negli ultimi anni portano a definire alcuni elementi
cardine su cui fondare il lavoro di ogni Caritas anche in parrocchia:
· la
definizione dei destinatari/protagonisti del servizio di animazione: i poveri,
la Chiesa e il territorio/mondo
· un
metodo di lavoro basato sull'ascolto, sull’osservazione e sul discernimento,
finalizzati all’animazione
· la capacità
di individuare, tra tutte le azioni possibili, quelle in grado di collegare
emergenza e quotidianità, cioè di intervenire nell’immediato e portare ad un
cambiamento nel futuro
· la
scelta di costruire e proporre percorsi educativi, in grado di incidere
concretamente nella vita delle persone e delle comunità.
Centrare sull'animazione e
sul metodo pastorale il mandato della Caritas, ridimensionando le
aspettative sul piano operativo, svincola la possibilità di costituire
l’organismo pastorale dalle dimensioni e dalla situazione della parrocchia. In
ogni contesto, infatti, seppure con modalità diverse, è possibile promuovere la
cura delle relazioni, la conoscenza del contesto, la possibilità di scegliere
insieme come agire, alla luce della missione della Chiesa nel mondo.
(testo tratto dal sito della Caritas italiana: https://www.caritas.it/home_page_archivio/tutti_i_temi/00000254_La_Caritas_parrocchiale.html)
Link Caritas di Bologna: https://www.caritasbologna.it/
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