Paolo Cugini
Siccome
durante il prossimo anno di catechesi le quinte elementari delle quattro
parrocchie approfondiranno la figura di Madeleine Delbrel, ho pensato di
proporre un breve spunto biografico.
Dopo
un’adolescenza segnata da un ateismo radicale e profondo, Madeleine ritrova la
fede nella gioventù, grazie all’incontro con alcuni amici cristiani e, in
particolare, all’ingresso nei domenicani del ragazzo che amava, eventi che la
spingono a riflettere sulla possibilità dell’esistenza di Dio. Sotto la guida
di un abate – padre Lorenzo – inizia un cammino spirituale che la immerge nella
preghiera e nella meditazione della Parola di Dio.
La
sua intensa vita spirituale che la porta ad immergersi nel mistero di Cristo,
accompagnerà tutta la sua esistenza. La passione per Cristo e per il Vangelo
orienterà da questo momento tutta la sua vita: decide di essere tutta di Dio.
La sua esperienza personale la renderà compassionevole verso i non credenti:
scrive “io stessa avevo corso il rischio di preferire la morte alla vita”, e lo
dice quando riceve la notizia che due sue amiche atee si sono suicidate. Nel
1929 Madeleine fa nascere il “gruppo del martedì sera”, che studia e riflette
sulle Sacre Scritture: la scelta di riunire dei laici che leggono e riflettono
sulla Bibbia è, per l’epoca, assolutamente anticonformista. L’esperienza durerà
tre anni. Le partecipanti si trovano a casa di Madeleine: le loro riunioni sono
costantemente interrotte dal padre che le insulta definendole delle “zitelle
frustrate”. Lentamente, riflettendo per tre anni sulle Sacre Scritture, le
ragazze vedono concretizzarsi l’esperienza di una vita comune consacrata
totalmente a Dio: saranno “contemplative nel mondo”!
Con
l’abate Lorenzo inizia a portare pacchi di cibo e di indumenti alle famiglie
più disagiate: La strada diventa il terreno sul quale vivere la sua vocazione.
Il suo diventa “un Dio coinvolto dal mondo che egli ama”. Con un gruppo di
amiche decide di andare ad abitare, negli anni Trenta del secolo scorso, in un
quartiere povero di Parigi, desiderando vivere con loro uno stile di famiglia,
condividendo la vita dei poveri che, per la maggior parte, erano operai. Svolge
in mezzo a loro un’intensa attività come assistente sociale. Proprio questo
lavoro la conduce verso un impegno per elaborare politiche sociali in grado di
far fronte alla povertà del mondo operaio. S’impegna a favore dei poveri, ma
cerca di capire le cause della povertà. La piccola comunità di Madeleine decide
anche come sostentarsi. La scelta forte è quella di vivere il più possibile
come gli operai: per questo, e poiché nessuna delle tre è abituata a vivere
nelle privazioni, tengono una busta per ogni tipo di spesa riempiendola con i
loro striminziti stipendi. Tutto ciò che avanza alla fine del mese verrà dato a
chi, nella cittadina, ne ha bisogno.
Nel
luglio del 1941 l’assemblea dei cardinali e vescovi francesi apre la Missione
di Francia e la Missione di Parigi: si tratta delle prime esperienze dei
cosiddetti “preti operai”, che vivono lavorando accanto agli operai nelle fabbriche
e nei porti. Viene aperto un Seminario che si occuperà della loro formazione.
L’abate Lorenzo, amico di Madeleine e parroco ad Ivry, diventa assistente del
direttore del Seminario. A Madeleine viene chiesto di tenervi alcune lezioni
dal titolo Il posto del laicato nella Chiesa, Il laicato sottovalutato, Il
rinnovamento a lungo atteso e Nulla ci sia di profano. Nell’indicare quali
passi avrebbe dovuto compiere la Chiesa per avvicinarsi al mondo reale
Madeleine era certamente avanti rispetto ai tempi, ma pienamente conforme alla
realtà attuale.
Nel
1950, grazie ai soldi vinti con un biglietto della Lotteria regalatole da un
amico, Madeleine può recarsi a Roma per pregare “disperatamente” per la
situazione della Chiesa: rimane in San Pietro otto ore. Nel 1955 Madeleine si
ammala. Nello stesso anno muoiono il padre e la madre. Per non mantenere troppi
legami con ciò che le appartiene, Madeleine brucia tutti i suoi lavori
giovanili personali (poesie, disegni, scritti…)
Dopo
trent’anni di attività a Ivry, Madeleine è ormai riconosciuta come una
“specialista” dell’incontro tra cristianesimo e marxismo: invitata a parlare
della sua esperienza e della sua visione in giro per l’Europa, inizia a
viaggiare per tenere conferenze. Poiché non vuole essere pagata
dagli organizzatori, cerca di viaggiare di notte per dormire in treno. Quando
questo non le è possibile dorme in stazione dove, a volte, viene cacciata fuori
insieme ai barboni. Negli ultimi anni della sua vita, Madeleine viaggia
intensamente per la Francia a parlare della sua esperienza e di quella delle
sue compagne, senza tuttavia trascurare la vita della sua comunità. Lei stessa
si definisce “commesso viaggiatore della Parola mio malgrado”. Negli ultimi
mesi della sua vita, oltre a viaggiare, Madeleine si impegna nel Movimento per
la Pace, di fronte al dilagare delle armi nucleari nel mondo, e invita la sua
comunità a ritrovarsi per approfondire temi di attualità come “la teoria del
Big Bang”, “le origini della vita e la sua evoluzione”, “le ultime scoperte
scientifiche”, mai stanca di conoscere e di studiare. Il 13 ottobre 1964
Madeleine muore mentre lavora seduta alla sua scrivania, una grande scrivania
ovale sulla quale, nel corso di 30 anni di lavoro, aveva steso la cartina del
planisfero e attaccato foto provenienti da tutto il mondo.
Nel
gennaio Del 2018 Papa Francesco riconosce le virtù eroiche di questa donna
proclamandola venerabile, dando così continuità al processo di beatificazione
iniziato nel 1994.
Sono
molti gli punti della vita di Delbrel che possono stimolare la nostra
riflessione. Molte, poi, sono le sintonie con la proposta ecclesiale di Papa
Francesco. L’esigenza di un rapporto con il Signore sempre più personale e
profondo, che conduce i discepoli e missionari a non chiudersi nel tempio, ma
ad aprirsi con slancio verso i fratelli e le sorelle più deboli. Ancora.
L’amore per la parola di Dio che diventa punto di riferimento che orienta tutta
l’esistenza sino al punto di decidere di donare tutta la propria vita per Dio e
per i poveri. Elemento importante da sottolineare è la costante dimensione
comunitaria ed ecclesiale che caratterizzerà la vita di Madeleine Delbrel.