lunedì 28 febbraio 2022

CUORI E MANI PER L'UCRAINA

 



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I VENERDI TEOLOGICI

 




CREDO NELLO SPIRITO SANTO

VENERDI 4 MARZO ORE 20,45 IN MEET

 

CON LA BIBLISTA MARIA SOAVE BUSCEMI


https://meet.google.com/bsi-kzzr-ssx 

BAMBINI FELICI - SOSTIENI IL PROGETTO!

 



Anche per Pasqua abbiamo la disponibilità di buonissime Colombe  che potrai prenotare sin da ora chiamandomi direttamente o rispondendo a questo messaggio.

Il contributo di solidarietà per ogni colomba e per sostenere la nostra Associazione è di €.10,00.

Le colombe ci arriveranno direttamente in sede a CREVALCORE, in via Biancaneve 308/1 dove potranno essere ritirate e cogliere l’occasione per conoscerci! Siamo comunque disponibili a portarvele a casa.

I fondi raccolti verranno utilizzati per sostenere i progetti dell’Associazione Semi di pace e della Rete territoriale di Crevalcore. Ringrazio in anticipo della disponibilità!

Il gruppo delle volontarie della rete territoriale di Semi di Pace di Crevalcore

LA VIOLENZA DI GENERE -MERCOLEDI 9 MARZO A CREVALCORE

 


SECONDA SERATA CON I GIOVANI DELLE 4 PARROCCHIE

SERATA CON I RAGAZZI/E DELLE SUPERIORI DELLE 4 P A PALATA PEPOLI

 




È stata la seconda serata di un percorso iniziato un mese fa con i ragazzi delle superiori delle 4 parrocchie (e dintorni). Abbiamo iniziato a Dodici Morelli, stasera eravamo a Palata Pepoli e il prossimo incontro sarà a Bevilacqua.

Sono diversi gli obiettivi di questo percorso. Il primo consiste nel creare momenti di aggregazione per i giovani in modo tale che possano incontrarsi e conoscersi. Due anni di pandemia hanno lasciato il segno e, allora, lo sforzo intrapreso ha questo primo obiettivo dell’aggregazione e dell’amicizia.

In secondo luogo, c’è il desiderio di far conoscere ai ragazzi lo sforzo che le parrocchie stanno facendo per mettere a loro disposizione degli spazi accoglienti, che possono essere utilizzati per momenti formativi e aggregativi.




La serata è stata molto piacevole e divertente. Dopo un primo momento di presentazione dei circa 35 ragazzi/e presenti, abbiamo mangiato la pizza. Attorno alla tavola c’è sempre il tempo per fare due chiacchiere e due risate.


Dopo di ciò un momento formativo sul tema: “i giovani e la fede”, attraverso la visione di un video, che presentava i risultati di una ricerca fatta sul tema in Italia nel 2018. Bello è stato anche il dibattito che ha confermati i dati della ricerca, che afferma lo scaso interesse delle nuove generazioni per il tema religioso.



Come di consueto, chi ospita prepara qualche gioco. In questo caso, Anna e Ludovica di Palata hanno proposto alcuni giochi piuttosto movimentati che hanno trovato l’interesse di tutti.

 




domenica 27 febbraio 2022

PROGRAMMA PASTORALE 7 - 13 MARZO 2022

 



 

LUNEDI 7

8,30: Lodi e messa Dodici Morelli

14,30: funerale a Bevilacqua

20,45: Consiglio Pastorale Bevilacqua

 

MARTEDI 8 marzo

10,30: funerale Bevilacqua

15: oratorio aperto a Palata

20,30: Studio biblico: Atti degli apostoli 22-23 in meet https://meet.google.com/bsi-kzzr-ssx 

MERCOLEDI 9

In Trentino per cercare la casa per il campo estivo superiori nel mese di luglio

 21 Coordinamento oratorio di Palata a Galeazza

GIOVEDI 10

8: Lodi e messa a Galeazza

15-18 oratorio aperto a Palata Pepoli e Dodici Morelli

17: catechesi prima media Palata in oratorio

18,15: Vespri e Messa

20,45: tavola rotonda associazioni del territorio (oratorio Palata Pepoli)

 

VENERDI 11

7: lodi a Palata Pepoli

8,15: lodi e messa a Bevilacqua

15,30: incontro formativo dei 2010 di Bevilacqua

21: Stazione quaresimale a Sant’Agostino (Messa)

 

SABATO 12

9- don Paolo è nello studio a Dodici Morelli

16,30: catechismo

17,30: messa prefestiva

19,30: pizza famiglie quinta elementare (oratorio Dodici Morelli)

 

DOMENICA 13

10: messa Bevilacqua

10: messa Galeazza (don Remo)

11,30: messa Palata Pepoli

15,30: Assemblea zonale per il Sinodo a Galeazza

16 Laboratorio gruppo strada per bambini organizzato dalla proloco

17,30: Messa Dodici Morelli

 

 

 

 

 

 

EMERGENZA UCRAINA-RACCOLTA DI MATERIALE: COLLABORIAMO!

 




La comunità ortodossa - ucraina di Ferrara, presso la chiesa di via Cosmè Tura 29, raccoglie generi alimentari a lunga conservazione (pasta, sughi, biscotti, latte, scatolame, zucchero,) e medicinali (antidolorifici tipo oki, tachipirina, ibufrofene e similari) e materiali di primo soccorso (garze, bende, cerotti, disinfettanti,) da spedire nei territori dell'Ucraina. Tutto quanto raccolto verrà trasportato via terra attraverso corridoi sicuri già attivi, che possono garantire il recapito diretto.

Siamo chiamati tutti a dare il nostro contributo e a diffondere il più possibile, come segno di solidarietà e aiuto all'Ucraina in questo assurdo conflitto.

Vorrebbero fare un carico, almeno in settimana, perché poi a Ferrara dovranno preparare per partire. Sarebbe bello entro venerdì.

Il materiale può essere portato in chiesa a Penzale, provvederemo poi con il furgone dell’Emporio a portare la merce raccolta a Ferrara.

Nelle nostre parrocchie possiamo portare il materiale nelle chiese che sono sempre aperte (Bevilacqua, Dodici Morelli e Palata Pepoli) e giovedì i responsabili Caritas delle 3 parrocchie portano il materiale a Penzale. Grazie per la collaborazione.

venerdì 25 febbraio 2022

VEGLIA DI PREGHIERA PER LA PACE IN UCRAINA - TESTO

 




Parrocchie di: Bevilacqua, Dodici Morelli, Galeazza e palata Pepoli

 

Veglia di preghiera per la pace in Ucraina

Venerdì 25 marzo 2022

 

 

Canto: Vieni, vieni Spirito d’Amore

 

Introduzione: I focolai di guerra e le immagini di distruzione in varie parti del mondo e, in questi giorni, in Ucraina, continuano a preoccupare e infrangono i sogni e le speranze di pace negli uomini e donne che con buona volontà e personale impegno ne invocano la fine. Il traffico delle armi non conosce crisi: per prosperare ha bisogno di guerre o almeno del timore che provocano e che spinge individui e nazioni ad armarsi per non essere sorpresi senza difese. Occorre credere alla pace, credere che la convivenza pacifica tra i popoli e con chi appartiene ad altri Paesi, culture e religioni è possibile. Chiediamo a Dio, con questo momento di preghiera, che la pace sia prima di tutto un dono che viviamo tra noi, nelle nostre famiglie e nella nostra Comunità, parrocchiale e civile, e che Dio conceda ad ognuno di noi la gioia e la forza promessa nelle Beatitudini agli “operatori di pace”.

 

Cel: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Tutti: Amen

Cel: La pace, la carità e la forza da parte di Dio Padre e del Signore nostro Gesù Cristo siano con tutti voi.

Tutti: E con il tuo spirito

 

“O Madre Santissima di Dio e Madre nostra, per le tue sante e potenti preghiere, allontana da noi ogni minaccia di guerra. Noi accendiamo davanti alla tua icona miracolosa una piccola lampada. E tu spegni nella nostra terra il fuoco della violenza e dell’ingiustizia. Poiché Tu sei benedetta da tutte le genti e il tuo nome è glorificato nei secoli dei secoli”. Tutti: Amen.

 

1.   La parola di Papa Francesco

 

Guida: A pochi mesi dalla sua elezione al Pontificato, Papa Francesco dedicava alla pace l’Angelus del 1° settembre 2013 un accorato appello a far tacere le armi e a dire basta alla guerra, senza scuse e senza dilazioni. La guerra è solo distruzione e guerra chiama guerra in una infinita spirale di odio e violenza. Queste le parole del Papa.

 

Lettore: “Quest’oggi, cari fratelli e sorelle, vorrei farmi interprete del grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall’unica grande famiglia che è l’umanità, con angoscia crescente: è il grido della pace! È il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai più la guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato. Vivo con particolare sofferenza e preoccupazione le tante situazioni di conflitto che ci sono in questa nostra terra, e angosciato per i drammatici sviluppi che ne derivano. Rivolgo un forte Appello per la pace, un Appello che nasce dall’intimo di me stesso! Quanta sofferenza, quanta devastazione, quanto dolore ha portato e porta l’uso delle armi specialmente tra la popolazione civile e inerme! Pensiamo: quanti bambini non potranno vedere la luce del futuro! C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire! Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza! Con tutta la mia forza, chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare all’altro come ad un fratello e di intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione.”

 

Canto: Come la pioggia e la neve

2. In ascolto della Parola

Dal libro del profeta Isaia cap 2, 1-4

Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti.

Verranno molti popoli e diranno: “Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri”.

Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli.

Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra.

Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore. PAROLA DI DIO

 

Canto: su Ali d’Aquila

 

Lettera agli Efesini 2,13-18

Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l'inimicizia, per mezzo della sua carne. Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.

 

Alleluia

 

Dal Vangelo secondo Matteo

Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

3.   Testimoni della pace

 

1.      Canto di San Francesco

O Signore fa’ di me uno strumento,

fa’ di me uno strumento della tua pace,

dov’è odio che io porti l’amore, dov’è offesa che io porti il perdono, dov’è dubbio che io porti la fede,

dov’è discordia che io porti l’unione, dov’è errore che io porti verità,

a chi dispera che io porti la speranza.

 

O Signore fa’ di me il tuo canto, fa’ di me il tuo canto di pace;

a chi è triste che io porti la gioia,

a chi è nel buio che io porti la luce. È donando che si ama la vita,

è servendo che si vive con gioia, perdonando che si trova il perdono, è morendo che si vive in eterno.

 

2.      Mons. Tonino Bello

 

Diciamo NO alla guerra.

Un NO risoluto, senza cedimenti,

senza interpretazioni riduttive.

Il NO che si pronuncia

davanti alle follie più criminali

e sotto l'incalzare delle tragedie

più torbide della storia.

Se, non volendo sprecare,

il vostro NO

lo tratterrete in gola

per un occasione più tenebrosa

di questa,

state certi che non esploderà più:

perchè non c'è peccato

più sacrilego della guerra.

La guerra è un'avventura

senza ritorno,

il declino dell'umanità.

Non può essere un mezzo adeguato

per risolvere i problemi esistenti

tra le nazioni.

Non lo è mai stato

e non lo sarà mai.

Coraggio amici.

Non lasciatevi cadere le braccia.

Lo scatenarsi della sufficienza

dei dotti non può smontare

le faticose costruzioni di pace

che in questi anni avete

faticosamente realizzato.

 

3.      Padre Alex Zanotelli

 

Viviamo un momento drammatico della storia umana. Siamo sotto la minaccia dell’ “inverno nucleare” e dell’ “ estate incandescente”! La prima provocata da una guerra nucleare e la seconda dalla paurosa crisi ambientale. In questo momento, per la crisi Ucraina, siamo terrorizzati dalla minaccia di una guerra nucleare. Tutto questo è il frutto amaro di una folle corsa mondiale al riarmo, soprattutto atomico. Stiamo infatti militarizzando il cielo e la terra.

Il cielo è diventato anch’esso teatro di scontro. L’uomo più ricco della terra, Elon Musk, ha già inviato nello spazio 1.900 satelliti , ma ha già intenzione di spedirne altri 42.000. La Cina lo ha già accusato di spionaggio a favore degli USA e ha testato il suo razzo ipersonico che elude ogni difesa. Siamo ormai alle ‘star wars’ (le guerre stellari), come le chiamava Reagan. Ma non contenti di militarizzare il cielo, stiamo supermilitarizzando il Pianeta Terra che è diventato una discarica di armi(non dimentichiamo che le armi sono, insieme allo stile di vita di pochi, la causa del disastro ambientale.)

Nel 2021 la spesa militare mondiale si aggira sui duemila miliardi di dollari(nel 2020 eravamo a 1.981 miliardi !) Quasi metà di queste assurde spese sono da attribuirsi a USA/NATO, seguiti a grande distanza da Russia e Cina. E questo riarmo è contagioso. La notevole militarizzazione della Cina, per esmpio, spinge ora le nazioni del Pacifico:Giappone, Indonesia, Corea del Sud, Malesia e Taiwan a fare altrettanto. Ma anche l’Africa è sempre più militarizzata. Nel 2020 le spese per le armi hanno superato i 43 miliardi di dollari, con una crescita esponenziale nei paesi del Sahel. Ma ancora più agghiacciante è la corsa al riarmo nucleare, da parte delle grandi potenze, soprattutto USA, Russia e Cina. Gli USA, già con l’amministrazione Obama, avevano stanziato mille miliardi di dollari per modernizzare il loro armamentario atomico. Così ora abbiamo le nuove e più micidiali bombe atomiche, B61-12 che arriveranno presto anche in Italia per rimpiazzare una settantina  di vecchie B61. La Cina, che ha oggi circa 200 testate nucleari, vuole entro il 2030, arrivare a circa mille. Gli USA ne hanno già pronte al lancio 3.750. Il nuovo accordo militare tra USA, Gran Bretagna e Australia(AUKS) per la difesa della zona del Pacifico, incrementerà questa corsa al riarmo nucleare. Infatti gli USA hanno già venduto all’Australia i ‘sottomarini atomici’. Lo scontro fra USA /NATO e la Russai sull’Ucraina ha già portato la Russia a siglare un’alleanza con la Cina. E siamo di ritorno ai blocchi Est-Ovest, alla Guerra Fredda e al nuovo riarmo mondiale. Infatti gli scienziati atomici hanno già posto le lancette dell’ “Orologio dell’Apocalisse” a 100 secondi dall’inverno nucleare. E il nostro paese partecipa allegramente a questa corsa al riarmo. Lo scorso anno per armare l’Italia, il governo Draghi ha investito in armi circa trenta miliardi di euro. Non solo, il Ministero della Difesa (Guerini) e dello Sviluppo Economico (Giorgetti) hanno presentato progetti per trenta miliardi presi dal Recovery Fund. Per di più le Forze Armate italiane stanno armando i droni Reaper , i sottomarini, le fregate FREMM con i missili Cruise, permettendole così di condurre missioni di attacco in qualsiasi parte del mondo. Così i nostri droni passeranno da semplici vedette a killer di precisione.( in barba alla Costituzione italiana!)  Non solo, ma il Ministro Guerini ha trasformato il Ministero della Difesa nel Ministero della Guerra facendo del suo decastero un agente di commercio dell’industria bellica nazionale. Le grandi aziende belliche, Leonardo(ex-Finmeccanica) e Fincantieri (a partecipazione statale) sono in piena attività. L’Italia vende armi a tutti: l’importante è fare affari. Sta perfino vendendo armi all’Egitto del dittatore Al-Sisi : un giro di affari del valore di 9-10 miliardi di dollari (in barba a Giulio Regeni e a Patrick Zaky!). Inoltre il governo italiano sta finanziando sempre più missioni militari con lo pseudonimo di ‘missioni di pace’. L’esempio più clamoroso è la missione in Afghanistan: vent’anni di guerra a fianco della NATO che ci è costata sette miliardi di dollari e agli alleati tremila miliardi di dollari, per produrre quella vergognosa ritirata (altro che esportare democrazia!).Non contenta, l’Italia ha accettato il comando del contingente NATO in Iraq, dopo che abbiamo distrutto quel paese, con una spaventosa guerra costruita su bugie! Ora l’Italia si sta cimentando con le missioni in Africa. In Niger sta costruendo una base militare con la presenza di oltre duecento militari ed ha inviato soldati in Mali per partecipare all’operazione anti-jihadista Takuba (mentre la Francia si ritira!). Invece di soldati e di armi, la disperata popolazione del Sahel ha bisogno di aiuto per risollevarsi, non di armi. E tutto questo sta avvenendo nell’indifferenza e nel silenzio del popolo italiano. E’ scandaloso il silenzio del Parlamento davanti a un governo Draghi che investe sempre più in armi e taglia i fondi alla sanità pubblica e alla scuola. In un tale contesto non dovremmo meravigliarci se la crisi Ucraina in Europa o su Taiwan in Asia, potrebbero farci precipitare in una guerra nucleare con la Russia o con la Cina. Basta un incidente ed è la fine. E’ questa militarizzazione mondiale che ci porterà nel baratro dell’inverno nucleare!

“La pandemia è ancora in pieno corso - ha detto recentemente Papa Francesco - la crisi sociale ed economica è ancora pesante, specialmente per i più poveri. Malgrado questo, ed è scandaloso, non cessano i conflitti armati e si rafforzano gli arsenali militari. E questo è lo scandalo.”

 

4.   Preghiera dei fedeli

 

Padre Nostro

 

Preghiera finale: preghiera per la pace in Ucraina recitata dal cardinale nella vegli di preghiera di giovedì 24 febbraio 2022.

 

Dio dei padri e Signore della pace, Padre di tutti. Tu condanni le guerre e abbatti l’orgoglio dei violenti. Tu hai mandato il tuo Figlio Gesù ad annunziare la pace a tutti, ai vicini e ai lontani, a riunire tutti i popoli in una sola famiglia. Ascolta il grido dei tuoi figli e la supplica che sale a Te dai nostri cuori: fai cessare la guerra e la violenza in Ucraina, allontana le minacce, disarma i cuori e le mani di tutti perché ogni persona riconosca anche nel suo nemico il suo prossimo. Salvaci, o Signore, ed abbi pietà degli anziani, dei giovani, dei poveri, degli orfani e delle vedove, dei sofferenti, dei malati, di coloro che sono nel dolore, nelle difficoltà, nelle afflizioni, di coloro che sono sui campi di guerra o rinchiusi nelle prigioni e nei luoghi di detenzione. Ricordati di tutti loro, visitali, fortificali, dona loro presto, per la tua gloria, libertà e liberazione. Per le preghiere della Santissima Signora nostra, la Tutta santa Madre di Dio, ancora ti supplichiamo: tocca i cuori dei responsabili delle sorti dei popoli, ferma la logica della violenza e della vendetta, manda il tuo Spirito di riconciliazione e di pace perché vengano tempi di dialogo e di fiducia. Concedici giorni di pace perché Tu sei benedetto nei secoli, insieme con il tuo Figlio Salvatore del mondo e lo Spirito buono e fonte della vita, ora e sempre e nei secoli dei secoli”. Tutti: Amen.

 

Canto finale a Maria regina della Pace

DATE DEL CAMMINO DEI GIOVANI DELLE SUPERIORI

 



Ecco le date aggiornate dei prossimi incontri con i ragazzi delle superiori delle 4 parrocchie e dintorni:

 

Domenica 27 febbraio (Palata Pepoli): ore 19 i giovani e la fede (pizza al metro, portare 6 euro)

Domenica 20 marzo (Bevilacqua): ore 19 presentazione di ER 2022

Domenica 27 marzo Superiori (Dodici Morelli) ore 15: Il messaggio passa attraverso la relazione

Domenica 10 aprile ore 15 educazione affettiva e sessuale con la sessuologa Elena Ferrari (Dodici Morelli).

Lunedì 18 aprile: Gita a Chioggia e Pellestrina (iscrizioni presso la segreteria parrocchiale di Dodici Morelli a partire da sabato 5 marzo sino a sabato 19 marzo. Prezzo 25 euro. L’iscrizione si fa pagando il biglietto del pullman). 

giovedì 24 febbraio 2022

L’ambiente dell’oratorio: luogo, tempi e linguaggi

 



 

 I luoghi. Spesso si dice che l’oratorio non è solo un luogo, ma è molto di più. Questa affermazione, pur molto vera, rischia di farci dimenticare l’importanza dell’avere un luogo che si possa considerare oratorio. Ciò non significa che il luogo sia indispensabile per iniziare, o che bisogna partire necessariamente da un luogo. Si possono valorizzare al meglio i luoghi che ci sono e pensare con cura a nuove strutture. Gli ambienti, il loro utilizzo e la loro gestione possono dire molto in riferimento alle scelte educative. È importante che gli ambienti dell’oratorio siano adatti alle attività educative e quindi sobri, ordinati e dignitosi. Essi dovrebbero essere percepiti dai ragazzi quasi come una seconda casa e perciò devono essere da loro in qualche misura custoditi e mantenuti al meglio. Ogni scelta relativa agli ambienti dell’oratorio va contemperata con le esigenze delle attività educative e non deve snaturare le finalità principali dell’oratorio. Per quanto possibile, si cercherà di dotare l’oratorio di tutte le strutture utili alle attività giovanili, in particolare degli spazi esterni per il gioco libero e per lo sport e quelli interni per le altre attività, tra cui l’angolo della preghiera o una piccola cappella. Tutte le strutture di servizio, come un piccolo bar all’interno dell’oratorio, devono essere in linea con la proposta educativa dell’oratorio.

I tempi. La dinamica dei tempi dell’oratorio costituisce oggi indubbiamente una questione che richiede una profonda riflessione e un intenso discernimento comunitario. È sotto gli occhi di tutti il grande cambiamento nei tempi di vita delle famiglie; questo dato richiede di essere contemporaneamente assunto ed educato. Non è possibile prescindere dalle esigenze concrete che la vita spesso impone e tuttavia non ci si può fermare a rispondere ad esse. L’oratorio, attraverso le sue diverse attività, si farà carico di aiutare i ragazzi e le loro famiglie ad umanizzare il tempo e a vivere bene il giorno del Signore. Il progetto educativo dell’oratorio e la sua declinazione nel programma annuale avranno cura di armonizzare in modo sapiente i tempi della vita in riferimento alle diverse iniziative proposte e alle altre attività della parrocchia. Inoltre il progetto educativo di ciascun oratorio saprà indicare i momenti e tempi più opportuni in riferimento alle attività settimanali feriali e festive, così come nell’ambito del programma annuale. Una particolare attenzione dovrà essere riservata anche ai tempi liturgici e a quelli della crescita nella fede. Un tempo propizio per le attività dell’oratorio è senza dubbio quello estivo. Esso non esaurisce tutte le proposte dell’oratorio, che anzi trovano il loro fondamento nelle attività svolte durante l’anno pastorale, ma costituisce un momento decisamente privilegiato nel quale proporre attività formative e ludiche, sia in loco che residenziali.

I linguaggi. Il metodo proprio dell’oratorio è quello dell’animazione, ovvero quello del coinvolgimento diretto; è un metodo attivo che si caratterizza per il protagonismo del soggetto e per la notevole carica esperienziale. Esso parte normalmente da un’attività semplice, dinamica e attraente per comunicare dei contenuti o stimolare una riflessione. Tale metodo si serve di molti linguaggi a seconda dell’opportunità. Molto spesso la ricchezza di una proposta educativa dipende in grande misura dalla varietà dei linguaggi attraverso i quali riesce a esprimersi. L’utilizzo di più linguaggi può permettere un’assimilazione dei contenuti più precisa e profonda, oltre che dare la possibilità a ciascuno di esprimersi a partire dalle proprie inclinazioni naturali. L’oratorio assume volentieri i linguaggi del mondo giovanile contemporaneo, nell’auspicio che ogni interlocutore possa riconoscere la propria lingua. In particolare sceglierà di servirsi dei linguaggi del gioco libero e creativo, dello sport spontaneo e organizzato, della musica, della narrativa, del cinema e di altre dinamiche comunicative riconosciute, apprezzate e frequentate dai ragazzi. Tra i vari linguaggi, merita certamente una menzione quello della comunicazione nel nuovo ambiente digitale.

LA FAMIGLIA E LA PROPOSTA EDUCATIVA DELL’ORATORIO

 


 

Gli oratori non nascono come progetti “fatti a tavolino” ma dalla capacità di lasciarsi provocare e mettere in discussione dalle urgenze e dai bisogni del proprio tempo. Le precarie condizioni spirituali della gioventù cinquecentesca di Roma per San Filippo, l’esigenza di scolarizzazione e educazione cristiana per la diocesi ambrosiana nell’attuazione del Concilio di Trento, l’incontro di don Bosco con ragazzi “abbandonati e pericolanti”, spesso precocemente incarcerati a causa delle dure condizioni di vita nella Torino industriale di metà Ottocento: queste sono state le circostanze che hanno originato le diverse esperienze educative. Gli oratori non si sono poi limitati al recupero, all’istruzione o all’assistenza: la seconda caratteristica è quella di aver saputo valorizzare e abitare la qualità etica dei linguaggi e delle sensibilità giovanili, promuovendo, a un tempo, musica, teatro, letteratura e, contemporaneamente gioco, sport e festa – formazione umana, culturale e spirituale –, prevenzione sociale, accompagnamento familiare e avviamento al lavoro. Tuttavia tali proposte non sono state concepite in senso solo strumentale in vista dell’educazione religiosa, ma sono state percorse fino in fondo, nella loro capacità di educare alla relazione e alla responsabilità.

Nell’opera dei grandi testimoni dell’educazione cristiana, secondo la genialità e la creatività di ciascuno, troviamo i tratti fondamentali dell’azione educativa: l’autorevolezza dell’educatore, la centralità della relazione personale, l’educazione come atto di amore, una visione di fede che dà fondamento e orizzonte alla ricerca di senso dei giovani, la formazione integrale della persona, la corresponsabilità per la costruzione del bene comune.

 

Oggi gli oratori devono essere rilanciati anche per diventare sempre più “ponti tra la Chiesa e la strada”.

Una rinnovata collaborazione con la famiglia

 All’interno della comunità educativa una particolare responsabilità compete alla famiglia che, per sua indole e vocazione, «possiede vincoli vitali e organici con la società, perché ne costituisce il fondamento e l’alimento continuo mediante il suo compito di servizio alla vita: dalla famiglia, infatti, nascono i cittadini e nella famiglia essi trovano la prima scuola di quelle virtù sociali, che sono l’anima della vita e dello sviluppo della società stessa». Il compito educativo, connaturale alla sua identità, fa sì che «nell’orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla trasmissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti; insostituibile e inalienabile, nel senso che non può essere delegato né surrogato». È pertanto necessaria una forte e rinnovata alleanza tra le famiglie e l’oratorio perché: «La famiglia è ricchezza per gli sposi, bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società, comunità vitale per il cammino della Chiesa. La famiglia è luogo privilegiato di educazione umana e cristiana e rimane, per questa finalità, la migliore alleata del ministero sacerdotale; essa è un dono prezioso per l’edificazione della comunità».

 È compito primario dell’oratorio valorizzare il ruolo delle famiglie e sostenerlo, sviluppando un dialogo aperto e costruttivo. La soggettività educativa della famiglia in oratorio deve modularsi in modo da favorire la tipicità del luogo che, nel rispetto degli spazi propri destinati ai ragazzi e ai giovani, deve rimanere tipicamente giovanile. L’oratorio, infatti, si configura come ambiente di condivisione e di aggregazione giovanile, dove i genitori trovano un fecondo supporto per la crescita integrale e il discernimento vocazionale dei propri figli. In una fase storica in cui i cambiamenti culturali e sociali in atto nel nostro Paese richiedono una rinnovata alleanza tra la famiglia e le agenzie educative, il rapporto tra oratorio e famiglia si configura come laboratorio quanto mai fecondo per sperimentare anche nuovi percorsi di corresponsabilità educativa. È importante che nell’oratorio si respiri un clima familiare anche per aiutare i tanti ragazzi e giovani alle prese con situazioni familiari problematiche, per i quali spesso l’oratorio diventa una seconda famiglia.

Il primato della relazione

L’oratorio educa ed evangelizza, in un contesto ecclesiale di cammino comunitario, soprattutto attraverso relazioni personali autentiche e significative. Esse costituiscono la sua vera forza e si attuano sia attraverso percorsi strutturati sia attraverso espressioni informali. L’attuale emergenza educativa è letta da più parti come esito di un impoverimento delle relazioni educative personali. In particolare va sottolineato come l’accrescersi esponenziale della comunicazione virtuale costituisca una sorta di surrogato della relazione, che rischia di trarre in inganno molti giovani. Anche laddove i social network sembrano semplicemente prolungare e rafforzare rapporti di amicizia, appare necessario aiutare i giovani che abitano il mondo della rete a scendere in profondità coltivando relazioni vere e sincere. L’oratorio risponde a questa situazione favorendo il più possibile il consolidarsi di un preciso stile relazionale fatto di accoglienza semplice e schietta, ascolto profondo e sintonia empatica. Particolare cura richiede l’accompagnamento educativo personale, specie a partire dall’età della preadolescenza, che permette di verificare la reale assimilazione degli obiettivi proposti e di ricalibrare continuamente in itinere la proposta formativa. Tutte le attività dell’oratorio sono, perciò, improntate a favorire un contesto di dialogo sereno e costruttivo nella consapevolezza che nessuna attività può sostituire il primato della relazione personale.

 La sfida pertanto è quella di far diventare gli oratori spazi di accoglienza e di dialogo, dei veri ponti tra l’istituzionale e l’informale, tra la ricerca emotiva di Dio e la proposta di un incontro concreto con Lui, tra la realtà locale e le sfide planetarie, tra il virtuale e il reale, tra il tempo della spensieratezza e quello dell’assunzione di responsabilità.

 

[CEI, “IL LABORATORIO DEI TALENTI” Nota pastorale sul valore e la missione degli oratori nel contesto dell’educazione alla vita buona del Vangelo].