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CREDO NELLO SPIRITO SANTO
CON LA BIBLISTA MARIA SOAVE BUSCEMI
Anche per Pasqua abbiamo
la disponibilità di buonissime Colombe
che potrai prenotare sin da ora chiamandomi direttamente o rispondendo a
questo messaggio.
Il contributo di solidarietà per ogni colomba e per
sostenere la nostra Associazione è di €.10,00.
Le colombe ci arriveranno
direttamente in sede a CREVALCORE, in via Biancaneve 308/1 dove potranno essere
ritirate e cogliere l’occasione per conoscerci! Siamo comunque disponibili a
portarvele a casa.
I fondi raccolti verranno
utilizzati per sostenere i progetti dell’Associazione Semi di pace e della Rete
territoriale di Crevalcore. Ringrazio in anticipo della disponibilità!
Il gruppo delle
volontarie della rete territoriale di Semi di Pace
di Crevalcore
È stata la seconda serata di un percorso iniziato un mese
fa con i ragazzi delle superiori delle 4 parrocchie (e dintorni). Abbiamo
iniziato a Dodici Morelli, stasera eravamo a Palata Pepoli e il prossimo
incontro sarà a Bevilacqua.
Sono
diversi gli obiettivi di questo percorso. Il primo consiste nel creare momenti
di aggregazione per i giovani in modo tale che possano incontrarsi e
conoscersi. Due anni di pandemia hanno lasciato il segno e, allora, lo sforzo
intrapreso ha questo primo obiettivo dell’aggregazione e dell’amicizia.
In
secondo luogo, c’è il desiderio di far conoscere ai ragazzi lo sforzo che le parrocchie
stanno facendo per mettere a loro disposizione degli spazi accoglienti, che
possono essere utilizzati per momenti formativi e aggregativi.
La
serata è stata molto piacevole e divertente. Dopo un primo momento di
presentazione dei circa 35 ragazzi/e presenti, abbiamo mangiato la pizza. Attorno
alla tavola c’è sempre il tempo per fare due chiacchiere e due risate.
Dopo
di ciò un momento formativo sul tema: “i giovani e la fede”, attraverso la visione
di un video, che presentava i risultati di una ricerca fatta sul tema in Italia
nel 2018. Bello è stato anche il dibattito che ha confermati i dati della
ricerca, che afferma lo scaso interesse delle nuove generazioni per il tema
religioso.
Come
di consueto, chi ospita prepara qualche gioco. In questo caso, Anna e Ludovica
di Palata hanno proposto alcuni giochi piuttosto movimentati che hanno trovato
l’interesse di tutti.
LUNEDI 7
8,30: Lodi e messa Dodici
Morelli
14,30: funerale a Bevilacqua
20,45: Consiglio
Pastorale Bevilacqua
MARTEDI 8 marzo
10,30: funerale Bevilacqua
15: oratorio aperto a Palata
20,30: Studio biblico: Atti degli apostoli 22-23 in meet https://meet.google.com/bsi-kzzr-ssx
In Trentino per cercare
la casa per il campo estivo superiori nel mese di luglio
21 Coordinamento oratorio di Palata a Galeazza
8: Lodi e messa a Galeazza
15-18 oratorio aperto a Palata Pepoli e Dodici Morelli
17: catechesi prima media Palata in oratorio
18,15: Vespri e Messa
20,45: tavola rotonda associazioni del territorio (oratorio
Palata Pepoli)
VENERDI 11
7: lodi a Palata Pepoli
8,15: lodi e messa a
Bevilacqua
15,30: incontro formativo
dei 2010 di Bevilacqua
21: Stazione quaresimale
a Sant’Agostino (Messa)
SABATO 12
9- don
Paolo è nello studio a Dodici Morelli
16,30: catechismo
17,30: messa prefestiva
19,30: pizza famiglie
quinta elementare (oratorio Dodici Morelli)
DOMENICA 13
10: messa Bevilacqua
10: messa Galeazza (don
Remo)
11,30: messa Palata
Pepoli
15,30: Assemblea zonale per
il Sinodo a Galeazza
16 Laboratorio gruppo
strada per bambini organizzato dalla proloco
17,30: Messa Dodici Morelli
La comunità ortodossa - ucraina di Ferrara, presso la
chiesa di via Cosmè Tura 29, raccoglie generi alimentari a lunga
conservazione (pasta, sughi, biscotti, latte, scatolame, zucchero,) e
medicinali (antidolorifici tipo oki, tachipirina, ibufrofene e similari) e
materiali di primo soccorso (garze, bende, cerotti, disinfettanti,) da spedire
nei territori dell'Ucraina. Tutto quanto raccolto verrà trasportato via terra
attraverso corridoi sicuri già attivi, che possono garantire il recapito
diretto.
Siamo chiamati tutti a
dare il nostro contributo e a diffondere il più possibile, come segno di solidarietà
e aiuto all'Ucraina in questo assurdo conflitto.
Vorrebbero fare un
carico, almeno in settimana, perché poi a Ferrara dovranno preparare per
partire. Sarebbe bello entro venerdì.
Il materiale può essere
portato in chiesa a Penzale, provvederemo poi con il furgone dell’Emporio a
portare la merce raccolta a Ferrara.
Nelle nostre parrocchie
possiamo portare il materiale nelle chiese che sono sempre aperte (Bevilacqua,
Dodici Morelli e Palata Pepoli) e giovedì i responsabili Caritas delle 3
parrocchie portano il materiale a Penzale. Grazie per la collaborazione.
Parrocchie di: Bevilacqua,
Dodici Morelli, Galeazza e palata Pepoli
Veglia di preghiera per la
pace in Ucraina
Venerdì 25 marzo 2022
Canto: Vieni, vieni
Spirito d’Amore
Introduzione: I focolai
di guerra e le immagini
di distruzione in varie parti del mondo e, in questi giorni, in Ucraina, continuano a preoccupare e infrangono i sogni e le speranze di pace negli uomini e donne che con buona volontà e
personale impegno ne invocano la fine. Il traffico delle armi non conosce crisi: per prosperare
ha bisogno di guerre o almeno del
timore che provocano e che spinge individui
e nazioni ad armarsi per non essere
sorpresi senza difese. Occorre credere
alla pace, credere
che la convivenza pacifica
tra i popoli e con chi appartiene ad altri Paesi, culture e religioni è possibile. Chiediamo a Dio, con questo
momento di preghiera, che la pace sia
prima di tutto un dono che viviamo tra noi, nelle nostre famiglie e nella nostra Comunità, parrocchiale e civile, e che Dio
conceda ad ognuno di noi la gioia e la forza
promessa nelle Beatitudini agli “operatori di pace”.
Cel: Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo
Tutti: Amen
Cel: La pace, la carità e la forza da parte di Dio Padre e del Signore
nostro Gesù Cristo
siano con tutti voi.
Tutti: E con il tuo
spirito
“O Madre Santissima di
Dio e Madre nostra, per le tue sante e potenti preghiere, allontana da noi ogni
minaccia di guerra. Noi accendiamo davanti alla tua icona miracolosa una
piccola lampada. E tu spegni nella nostra terra il fuoco della violenza e
dell’ingiustizia. Poiché Tu sei benedetta da tutte le genti e il tuo nome è
glorificato nei secoli dei secoli”. Tutti: Amen.
Guida: A pochi
mesi dalla sua elezione al Pontificato, Papa
Francesco dedicava alla pace l’Angelus del 1° settembre 2013 un accorato appello a far tacere le armi e a dire
basta alla guerra, senza scuse e senza dilazioni.
La guerra è solo distruzione e guerra chiama guerra in una infinita spirale
di odio e violenza.
Queste le parole
del Papa.
Lettore: “Quest’oggi,
cari fratelli e sorelle, vorrei farmi interprete del grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo,
dal cuore di ognuno, dall’unica grande famiglia che è l’umanità, con angoscia crescente:
è il grido della
pace! È il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo
essere uomini e donne di pace,
vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai più la guerra!
Mai più la guerra! La pace è
un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato. Vivo con particolare sofferenza e preoccupazione le tante situazioni di conflitto che ci sono in questa nostra terra, … e angosciato per i drammatici
sviluppi che ne derivano. Rivolgo un forte Appello per la pace, un Appello che nasce dall’intimo di me stesso! Quanta sofferenza, quanta
devastazione, quanto dolore ha portato e porta
l’uso delle armi specialmente tra la popolazione civile e inerme!
Pensiamo: quanti bambini
non potranno vedere la luce del futuro! C’è un giudizio di Dio e anche un
giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire!
Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza
chiama violenza! Con tutta la
mia forza, chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria
coscienza, di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare
all’altro come ad un fratello e di intraprendere con coraggio e con
decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione.”
Canto: Come la
pioggia e la neve
2. In ascolto
della Parola
Dal libro del profeta
Isaia cap 2, 1-4
Alla fine dei
giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le
genti.
Verranno molti
popoli e diranno: “Venite, saliamo sul monte
del Signore, al tempio del Dio di
Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri”.
Poiché da Sion
uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e
sarà arbitro fra molti
popoli.
Forgeranno le loro
spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della
guerra.
Casa di Giacobbe, vieni,
camminiamo nella luce del Signore.
PAROLA DI DIO
Canto: su Ali d’Aquila
Lettera
agli Efesini 2,13-18
Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate
lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la
nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di
separazione che li divideva, cioè l'inimicizia, per mezzo della sua carne. Così
egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se
stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti
e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso
l’inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e
pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci,
gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.
Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
3«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.
O Signore fa’ di me uno strumento,
fa’ di me uno strumento
della tua pace,
dov’è odio che io porti l’amore, dov’è offesa che io porti il perdono, dov’è
dubbio che io porti la fede,
dov’è discordia che io porti l’unione, dov’è
errore che io porti verità,
a chi dispera che io porti la
speranza.
O Signore fa’ di me il tuo canto, fa’ di me il
tuo canto di pace;
a chi è triste
che io porti la gioia,
a chi è nel buio che io porti la luce. È donando che si ama la vita,
è servendo che si vive con gioia, perdonando che si trova il perdono, è morendo che si
vive in eterno.
2.
Mons. Tonino Bello
Diciamo NO alla
guerra.
Un NO risoluto,
senza cedimenti,
senza
interpretazioni riduttive.
Il NO che si
pronuncia
davanti alle
follie più criminali
e sotto
l'incalzare delle tragedie
più torbide della
storia.
Se, non volendo
sprecare,
il vostro NO
lo tratterrete in
gola
per un occasione
più tenebrosa
di questa,
state certi che
non esploderà più:
perchè non c'è
peccato
più sacrilego
della guerra.
La guerra è
un'avventura
senza ritorno,
il declino
dell'umanità.
Non può essere un
mezzo adeguato
per risolvere i
problemi esistenti
tra le nazioni.
Non lo è mai
stato
e non lo sarà
mai.
Coraggio amici.
Non lasciatevi
cadere le braccia.
Lo scatenarsi
della sufficienza
dei dotti non può
smontare
le faticose
costruzioni di pace
che in questi
anni avete
faticosamente
realizzato.
3.
Padre Alex Zanotelli
Viviamo un momento drammatico della storia umana. Siamo
sotto la minaccia dell’ “inverno nucleare” e dell’ “ estate incandescente”! La
prima provocata da una guerra nucleare e la seconda dalla paurosa crisi
ambientale. In questo momento, per la crisi Ucraina, siamo terrorizzati
dalla minaccia di una guerra nucleare. Tutto questo è il frutto amaro di
una folle corsa mondiale al riarmo, soprattutto atomico. Stiamo infatti
militarizzando il cielo e la terra.
Il cielo è diventato anch’esso teatro di
scontro. L’uomo più ricco della terra, Elon Musk, ha già inviato nello spazio
1.900 satelliti , ma ha già intenzione di spedirne altri 42.000. La Cina lo ha
già accusato di spionaggio a favore degli USA e ha testato il suo razzo ipersonico
che elude ogni difesa. Siamo ormai alle ‘star wars’ (le guerre stellari), come
le chiamava Reagan. Ma non contenti di militarizzare il cielo, stiamo
supermilitarizzando il Pianeta Terra che è diventato una discarica di armi(non
dimentichiamo che le armi sono, insieme allo stile di vita di pochi, la causa
del disastro ambientale.)
Nel 2021 la spesa militare mondiale si
aggira sui duemila miliardi di dollari(nel 2020 eravamo a 1.981 miliardi !)
Quasi metà di queste assurde spese sono da attribuirsi a USA/NATO, seguiti a
grande distanza da Russia e Cina. E questo riarmo è contagioso. La notevole
militarizzazione della Cina, per esmpio, spinge ora le nazioni del
Pacifico:Giappone, Indonesia, Corea del Sud, Malesia e Taiwan a fare
altrettanto. Ma anche l’Africa è sempre più militarizzata. Nel 2020 le spese
per le armi hanno superato i 43 miliardi di dollari, con una crescita
esponenziale nei paesi del Sahel. Ma ancora più agghiacciante è la corsa al
riarmo nucleare, da parte delle grandi potenze, soprattutto USA, Russia e Cina.
Gli USA, già con l’amministrazione Obama, avevano stanziato mille miliardi di
dollari per modernizzare il loro armamentario atomico. Così ora abbiamo le
nuove e più micidiali bombe atomiche, B61-12 che arriveranno presto
anche in Italia per rimpiazzare una settantina di vecchie B61. La Cina,
che ha oggi circa 200 testate nucleari, vuole entro il 2030, arrivare a circa
mille. Gli USA ne hanno già pronte al lancio 3.750. Il nuovo accordo
militare tra USA, Gran Bretagna e Australia(AUKS) per la difesa della zona
del Pacifico, incrementerà questa corsa al riarmo nucleare. Infatti gli USA
hanno già venduto all’Australia i ‘sottomarini atomici’. Lo scontro fra USA
/NATO e la Russai sull’Ucraina ha già portato la Russia a siglare un’alleanza
con la Cina. E siamo di ritorno ai blocchi Est-Ovest, alla Guerra Fredda e al
nuovo riarmo mondiale. Infatti gli scienziati atomici hanno già posto le
lancette dell’ “Orologio dell’Apocalisse” a 100 secondi dall’inverno nucleare.
E il nostro paese partecipa allegramente a questa corsa al riarmo. Lo scorso
anno per armare l’Italia, il governo Draghi ha investito in armi circa
trenta miliardi di euro. Non solo, il Ministero della Difesa (Guerini) e dello
Sviluppo Economico (Giorgetti) hanno presentato progetti per trenta
miliardi presi dal Recovery Fund. Per di più le Forze Armate italiane stanno
armando i droni Reaper , i sottomarini, le fregate FREMM con i missili Cruise,
permettendole così di condurre missioni di attacco in qualsiasi parte del
mondo. Così i nostri droni passeranno da semplici vedette a killer di
precisione.( in barba alla Costituzione italiana!) Non solo, ma il
Ministro Guerini ha trasformato il Ministero della Difesa nel Ministero della
Guerra facendo del suo decastero un agente di commercio dell’industria
bellica nazionale. Le grandi aziende belliche, Leonardo(ex-Finmeccanica) e
Fincantieri (a partecipazione statale) sono in piena attività. L’Italia vende
armi a tutti: l’importante è fare affari. Sta perfino vendendo armi
all’Egitto del dittatore Al-Sisi : un giro di affari del valore di 9-10
miliardi di dollari (in barba a Giulio Regeni e a Patrick Zaky!). Inoltre il
governo italiano sta finanziando sempre più missioni militari con lo pseudonimo
di ‘missioni di pace’. L’esempio più clamoroso è la missione in Afghanistan:
vent’anni di guerra a fianco della NATO che ci è costata sette miliardi di
dollari e agli alleati tremila miliardi di dollari, per produrre quella
vergognosa ritirata (altro che esportare democrazia!).Non contenta, l’Italia ha
accettato il comando del contingente NATO in Iraq, dopo che abbiamo distrutto
quel paese, con una spaventosa guerra costruita su bugie! Ora l’Italia si
sta cimentando con le missioni in Africa. In Niger sta costruendo una base
militare con la presenza di oltre duecento militari ed ha inviato soldati in
Mali per partecipare all’operazione anti-jihadista Takuba (mentre la Francia si
ritira!). Invece di soldati e di armi, la disperata popolazione del Sahel
ha bisogno di aiuto per risollevarsi, non di armi. E tutto questo sta
avvenendo nell’indifferenza e nel silenzio del popolo italiano. E’ scandaloso
il silenzio del Parlamento davanti a un governo Draghi che investe sempre più
in armi e taglia i fondi alla sanità pubblica e alla scuola. In un tale
contesto non dovremmo meravigliarci se la crisi Ucraina in Europa o su Taiwan
in Asia, potrebbero farci precipitare in una guerra nucleare con la Russia o
con la Cina. Basta un incidente ed è la fine. E’ questa militarizzazione
mondiale che ci porterà nel baratro dell’inverno nucleare!
“La pandemia è ancora in pieno corso - ha
detto recentemente Papa Francesco - la crisi sociale ed economica è ancora
pesante, specialmente per i più poveri. Malgrado questo, ed è scandaloso, non
cessano i conflitti armati e si rafforzano gli arsenali militari. E questo
è lo scandalo.”
Padre
Nostro
“Dio
dei padri e Signore della pace, Padre di tutti. Tu condanni le guerre e abbatti
l’orgoglio dei violenti. Tu hai mandato il tuo Figlio Gesù ad annunziare la
pace a tutti, ai vicini e ai lontani, a riunire tutti i popoli in una sola
famiglia. Ascolta il grido dei tuoi figli e la supplica che sale a Te dai
nostri cuori: fai cessare la guerra e la violenza in Ucraina, allontana le
minacce, disarma i cuori e le mani di tutti perché ogni persona riconosca anche
nel suo nemico il suo prossimo. Salvaci, o Signore, ed abbi pietà degli
anziani, dei giovani, dei poveri, degli orfani e delle vedove, dei sofferenti,
dei malati, di coloro che sono nel dolore, nelle difficoltà, nelle afflizioni,
di coloro che sono sui campi di guerra o rinchiusi nelle prigioni e nei luoghi
di detenzione. Ricordati di tutti loro, visitali, fortificali, dona loro
presto, per la tua gloria, libertà e liberazione. Per le preghiere della
Santissima Signora nostra, la Tutta santa Madre di Dio, ancora ti supplichiamo:
tocca i cuori dei responsabili delle sorti dei popoli, ferma la logica della
violenza e della vendetta, manda il tuo Spirito di riconciliazione e di pace
perché vengano tempi di dialogo e di fiducia. Concedici giorni di pace perché
Tu sei benedetto nei secoli, insieme con il tuo Figlio Salvatore del mondo e lo
Spirito buono e fonte della vita, ora e sempre e nei secoli dei secoli”.
Tutti: Amen.
Ecco
le date aggiornate dei prossimi incontri con i ragazzi delle superiori delle 4
parrocchie e dintorni:
Domenica 27 febbraio (Palata Pepoli): ore 19 i giovani e la fede (pizza al metro, portare 6
euro)
Domenica 20 marzo (Bevilacqua): ore 19 presentazione di
ER 2022
Domenica 27 marzo Superiori (Dodici Morelli) ore 15: Il messaggio passa attraverso la
relazione
Domenica 10 aprile ore 15 educazione affettiva e sessuale con
la sessuologa Elena Ferrari (Dodici Morelli).
Lunedì 18 aprile: Gita a Chioggia e Pellestrina (iscrizioni presso la segreteria
parrocchiale di Dodici Morelli a partire da sabato 5 marzo sino a sabato 19 marzo.
Prezzo 25 euro. L’iscrizione si fa pagando il biglietto del pullman).
I luoghi. Spesso si dice che l’oratorio
non è solo un luogo, ma è molto di più. Questa affermazione, pur molto vera,
rischia di farci dimenticare l’importanza dell’avere un luogo che si possa
considerare oratorio. Ciò non significa che il luogo sia indispensabile per
iniziare, o che bisogna partire necessariamente da un luogo. Si possono
valorizzare al meglio i luoghi che ci sono e pensare con cura a nuove
strutture. Gli ambienti, il loro utilizzo e la loro gestione possono dire molto
in riferimento alle scelte educative. È importante che gli ambienti
dell’oratorio siano adatti alle attività educative e quindi sobri, ordinati e
dignitosi. Essi dovrebbero essere percepiti dai ragazzi quasi come una seconda
casa e perciò devono essere da loro in qualche misura custoditi e mantenuti al
meglio. Ogni scelta relativa agli ambienti dell’oratorio va contemperata con le
esigenze delle attività educative e non deve snaturare le finalità principali
dell’oratorio. Per quanto possibile, si cercherà di dotare l’oratorio di tutte le
strutture utili alle attività giovanili, in particolare degli spazi esterni per
il gioco libero e per lo sport e quelli interni per le altre attività, tra cui
l’angolo della preghiera o una piccola cappella. Tutte le strutture di
servizio, come un piccolo bar all’interno dell’oratorio, devono essere in linea
con la proposta educativa dell’oratorio.
I
tempi. La dinamica dei tempi dell’oratorio costituisce oggi
indubbiamente una questione che richiede una profonda riflessione e un intenso
discernimento comunitario. È sotto gli occhi di tutti il grande cambiamento nei
tempi di vita delle famiglie; questo dato richiede di essere contemporaneamente
assunto ed educato. Non è possibile prescindere dalle esigenze concrete che la
vita spesso impone e tuttavia non ci si può fermare a rispondere ad esse.
L’oratorio, attraverso le sue diverse attività, si farà carico di aiutare i
ragazzi e le loro famiglie ad
umanizzare il tempo e a vivere bene il giorno del Signore. Il progetto
educativo dell’oratorio e la sua declinazione nel programma annuale avranno
cura di armonizzare in modo sapiente i tempi della vita in riferimento alle
diverse iniziative proposte e alle altre attività della parrocchia. Inoltre il
progetto educativo di ciascun oratorio saprà indicare i momenti e tempi più
opportuni in riferimento alle attività settimanali feriali e festive, così come
nell’ambito del programma annuale. Una particolare attenzione dovrà essere
riservata anche ai tempi liturgici e a quelli della crescita nella fede. Un
tempo propizio per le attività dell’oratorio è senza dubbio quello estivo. Esso
non esaurisce tutte le proposte dell’oratorio, che anzi trovano il loro
fondamento nelle attività svolte durante l’anno pastorale, ma costituisce un
momento decisamente privilegiato nel quale proporre attività formative e
ludiche, sia in loco che residenziali.
I
linguaggi. Il metodo proprio dell’oratorio è quello
dell’animazione, ovvero quello del coinvolgimento diretto; è un metodo attivo
che si caratterizza per il protagonismo del soggetto e per la notevole carica
esperienziale. Esso parte normalmente da un’attività semplice, dinamica e
attraente per comunicare dei contenuti o stimolare una riflessione. Tale metodo
si serve di molti linguaggi a seconda dell’opportunità. Molto spesso la
ricchezza di una proposta educativa dipende in grande misura dalla varietà dei
linguaggi attraverso i quali riesce a esprimersi. L’utilizzo di più linguaggi
può permettere un’assimilazione dei contenuti più precisa e profonda, oltre che
dare la possibilità a ciascuno di esprimersi a partire dalle proprie
inclinazioni naturali. L’oratorio assume volentieri i linguaggi del mondo
giovanile contemporaneo, nell’auspicio che ogni interlocutore possa riconoscere
la propria lingua. In particolare sceglierà di servirsi dei linguaggi del gioco
libero e creativo, dello sport spontaneo e organizzato, della musica, della
narrativa, del cinema e di altre dinamiche comunicative riconosciute,
apprezzate e frequentate dai ragazzi. Tra i vari linguaggi, merita certamente
una menzione quello della comunicazione nel nuovo ambiente digitale.
Gli oratori
non nascono come progetti “fatti a tavolino” ma dalla capacità di lasciarsi
provocare e mettere in discussione dalle urgenze e dai bisogni del proprio
tempo. Le precarie condizioni
spirituali della gioventù cinquecentesca di Roma per San Filippo, l’esigenza di
scolarizzazione e educazione cristiana per la diocesi ambrosiana
nell’attuazione del Concilio di Trento, l’incontro di don Bosco con ragazzi
“abbandonati e pericolanti”, spesso precocemente incarcerati a causa delle dure
condizioni di vita nella Torino industriale di metà Ottocento: queste sono state
le circostanze che hanno originato le diverse esperienze educative. Gli oratori
non si sono poi limitati al recupero, all’istruzione o all’assistenza: la
seconda caratteristica è quella di aver saputo valorizzare e abitare la qualità
etica dei linguaggi e delle sensibilità giovanili, promuovendo, a un tempo,
musica, teatro, letteratura e, contemporaneamente gioco, sport e festa –
formazione umana, culturale e spirituale –, prevenzione sociale,
accompagnamento familiare e avviamento al lavoro. Tuttavia
tali proposte non sono state concepite in senso solo strumentale in vista
dell’educazione religiosa, ma sono state percorse fino in fondo, nella loro
capacità di educare alla relazione e alla responsabilità.
Nell’opera dei grandi
testimoni dell’educazione cristiana, secondo la genialità e la creatività di
ciascuno, troviamo i tratti fondamentali dell’azione educativa: l’autorevolezza dell’educatore, la centralità della
relazione personale, l’educazione come atto di amore, una visione di fede che
dà fondamento e orizzonte alla ricerca di senso dei giovani, la formazione
integrale della persona, la corresponsabilità per la costruzione del bene
comune.
Oggi gli oratori devono
essere rilanciati anche per diventare sempre più “ponti tra la Chiesa e la strada”.
All’interno della comunità educativa una
particolare responsabilità compete alla famiglia che, per sua indole e
vocazione, «possiede vincoli vitali e organici con la società, perché ne
costituisce il fondamento e l’alimento continuo mediante il suo compito di
servizio alla vita: dalla famiglia, infatti, nascono i cittadini e nella
famiglia essi trovano la prima scuola di quelle virtù sociali, che sono l’anima
della vita e dello sviluppo della società stessa». Il compito educativo,
connaturale alla sua identità, fa sì che «nell’orizzonte della comunità
cristiana, la famiglia resta la prima e
indispensabile comunità educante. Per
i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla
trasmissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di
altri soggetti; insostituibile e inalienabile, nel senso che non può essere
delegato né surrogato». È pertanto necessaria una forte e rinnovata alleanza
tra le famiglie e l’oratorio perché: «La famiglia è ricchezza per gli sposi,
bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società,
comunità vitale per il cammino della Chiesa. La famiglia è luogo privilegiato
di educazione umana e cristiana e rimane, per questa finalità, la migliore
alleata del ministero sacerdotale; essa è un dono prezioso per l’edificazione
della comunità».
È compito primario dell’oratorio valorizzare
il ruolo delle famiglie e sostenerlo, sviluppando un dialogo aperto e
costruttivo. La soggettività
educativa della famiglia in oratorio deve modularsi in modo da favorire la
tipicità del luogo che, nel rispetto degli spazi propri destinati ai ragazzi e
ai giovani, deve rimanere tipicamente giovanile. L’oratorio,
infatti, si configura come ambiente di condivisione e di aggregazione
giovanile, dove i genitori
trovano un fecondo supporto per la crescita integrale e il discernimento
vocazionale dei propri figli. In una fase storica in cui i cambiamenti
culturali e sociali in atto nel nostro Paese richiedono una rinnovata alleanza tra la famiglia e le agenzie
educative, il rapporto tra
oratorio e famiglia si configura come laboratorio quanto mai fecondo per
sperimentare anche nuovi percorsi di corresponsabilità educativa. È importante
che nell’oratorio si respiri un clima familiare anche per aiutare i tanti
ragazzi e giovani alle prese con situazioni familiari problematiche, per i
quali spesso l’oratorio diventa una seconda famiglia.
L’oratorio educa ed
evangelizza, in un contesto ecclesiale di cammino comunitario, soprattutto
attraverso relazioni personali autentiche e significative. Esse costituiscono
la sua vera forza e si attuano sia attraverso percorsi strutturati sia
attraverso espressioni informali. L’attuale
emergenza educativa è letta da più parti come esito di un impoverimento delle
relazioni educative personali. In particolare va sottolineato come
l’accrescersi esponenziale della comunicazione virtuale costituisca una sorta
di surrogato della relazione, che rischia di trarre in inganno molti giovani.
Anche laddove i social network sembrano semplicemente prolungare e rafforzare rapporti
di amicizia, appare necessario aiutare i giovani che abitano il mondo della
rete a scendere in profondità coltivando relazioni vere e sincere.
L’oratorio risponde a questa situazione favorendo il più possibile il
consolidarsi di un preciso stile relazionale fatto di accoglienza semplice e
schietta, ascolto profondo e sintonia empatica. Particolare cura richiede
l’accompagnamento educativo personale, specie a partire dall’età della
preadolescenza, che permette di verificare la reale assimilazione degli
obiettivi proposti e di ricalibrare continuamente in itinere la proposta
formativa. Tutte le attività dell’oratorio sono, perciò, improntate a favorire
un contesto di dialogo sereno e costruttivo nella consapevolezza che nessuna attività può sostituire il primato della relazione
personale.
La sfida pertanto è quella di far diventare
gli oratori spazi di accoglienza e di dialogo, dei veri ponti
tra l’istituzionale e l’informale, tra la ricerca emotiva di Dio e la proposta
di un incontro concreto con Lui, tra la realtà locale e le sfide planetarie,
tra il virtuale e il reale, tra il tempo della spensieratezza e quello
dell’assunzione di responsabilità.
[CEI, “IL
LABORATORIO DEI TALENTI” Nota pastorale sul valore e la missione degli oratori
nel contesto dell’educazione alla vita buona del Vangelo].